Dal celebre tavolo su cui fu ritrovato Ian Curtis messo in vendita e battuto su eBay per 8400 sterline ecco lo spunto per andare i ripercorrere una tra le storie più bagnate di drammaticità che il mondo della musica abbia conosciuto.
Il
controverso e venerato gruppo post-punk inglese Joy Division nacque nella maniera
più banale, ossia dall'incontro di tre compagni di scuola della Salford
Grammar School;
Bernard Sumner alla chitarra, Peter Hook al basso e Terry Mason alla
batteria nei primi mesi del 1977 furono contattati dal cantante e poeta
Ian Kevin Curtis, e questo incontro cambiò la storia. I Warsaw, in
omaggio a Warszawa di David Bowie, videro l'ingresso di Tony
Tabac alla batteria al posto di Mason che vestì i panni di manager del
gruppo; il 27 maggio del 1977 la band si esibì, come spalla ai più noti
Buzzcocks, all'Electric Circus, occasione che permise loro di conoscere
Martin Hannett,
uno dei principali animatori della scena musicale di Manchester,
incontro che compensò una performance non proprio acclamata.
Rimpiazzato Tabac con il più esperto Steven Brotherdale, nel dicembre dello stesso anno i Warsaw debuttarono con l'EP An Ideal
for Living contenente quattro dei loro pezzi più rappresentativi:
Warsaw, No Love Lost, Leaders Of Men e Failures,
dopodichè presero il nome di Joy Division per distinguersi da un caso
di quasi omonimia con la punk band londinese dei Warsaw Pakt. Il
batterista Steven Brotherdale lasciò il
gruppo ed a lui subentrò
Stephen Morris, come Ian originario di Macclesfield.
Superate
le accuse di filonazismo da parte della stampa, nel 1978 ottennero una
chance da parte della RCA ma il nascente progetto discografico fu
abbandonato; in compenso il gruppo fu
notato da Tony Wilson, conduttore televisivo nonchè fondatore della
Factory Records, che li convinse a partecipare alla compilation legata
al lancio dell'etichetta con i pezzi Digital e
Glass. All'autoritario produttore Martin Hannett spettò il
compito di creare il mito Joy Division compiendo un lavoro certosino
sulla sezione ritmica, elaborando per il gruppo un
sound che univa l'incedere del punk contemporaneo con atmosfere aride e
dark, in linea con il tono di voce baritonale da automa, monotona ma
espressiva di Ian Curtis. Testi introspettivi che celano presagi di
morte e
preannunciano i propositi suicidi dell'autore, fortemente subordinati
dal suo stato psico-fisico condizionato da crisi epilettiche definite
sul suo diario "grande male" e mascherate sul palco con movenze
frenetiche atte a simulare un ballo.
I problemi di Ian Curtis non
arrestarono la parabola ascendente. Nel 1979 NME gli dedicò una sua
copertina, la band entrò di
nuovo in sala per registrare la loro prima sessione radiofonica per John
Peel, alla BBC Radio 1 da cui venne tratto il singolo She's Lost
Control, ed al Marquee Club, storico locale londinese, i Joy
Division si esibirono insieme a The Cure.
Unknown
Pleasure,
prodotto da Martin Hannett con la cover progettata da Peter
Saville, decretata come una delle più famose della storia
del rock, uscì nel giugno del 1979. Esso apre con la pazzesca Disorder, ma figurano anche Day Of The Lords e New Dawn Fades.
Il disco, anche se lasciò perplessi gli stessi componenti, venne
ottimamente venduto ed accolto più che positivamente dalla critica. Ma
soprattutto conferì al gruppo lo status di vera e propria cult-band e
nuovo punto di riferimento del post-punk. Per promuoverlo ulteriormente,
nell'ottobre del 1979, affrontarono un corposo tour che mise a dura
prova il precario stato di Ian. Il supporto agli amici e conterranei
Buzzcocks iniziò nel Regno Unito per poi estendersi con
10 date, in undici giorni, in Belgio, Germania e
Olanda. Ai problemi di salute si sommarono gli attriti con la moglie
Deborah Woodruffe, sposata nel 1975 ancora
adolescente, accresciuti dalla relazione extraconiugale con la belga
Annik Honoré. Il rapporto che si logora e logora il cantante è
celebrato da Love Will Tear Us
Apart.
In coincidenza con la registrazione di Incubation, And Then Again e Komakino, avvenne il primo tentativo di suicidio originato da un potente mix di farmaci ed alcool, scongiurato in extremis dalla moglie.
Ma è tempo di dare vita al secondo disco Closer
registrato sulle ali dell'entusiasmo nonostante si trattasse di un
viaggio nei mendri della sofferenza. La copertina del disco venne
nuovamente affidata a Peter Saville, mentre Martin Hannett decise di
cambiare rotta facendo massiccio uso di eco per le tracce di batteria e di
tutte le
chitarre e la musica apparve ancor più cavernosa. Curtis esterna i suoi
pensieri con un atteggiamento ancora
più distante e lucido rispetto al passato (A Means To An End). I brani sono per l'appunto una serena confessione che anticipano le manovre future da Colony, passando dalla struggente Heart and Soul al corteo funebre di The Eternal eletta praticamente a suo epitaffio.
Ma
la situazione precipitò proprio alle porte dell'attesissimo tour
americano previsto per il 20 maggio. Ad inizio aprile, al terzo di tre
concerti nella capitale inglese il cantante ebbe una crisi epilettica sul palco. Il 7
aprile, il giorno prima di un'altra esibizione finì in overdose, ma la sera successiva calcò
ugualmente il palco. La band si prese una pausa forzata per dare modo al
suo cantante di ristabilirsi, ma il leader aveva gia in mente un epilogo differente:
il 18 maggio Ian Curtis si suicidò impiccandosi nella
sua casa di Barton Street 77 a
Macclesfield a 24 anni non ancora compiuti.
Dopo la pubblicazione postuma del secondo album Closer, costretti per un tacito patto a cambiare nome del gruppo, i restanti componenti decisero di continuare l'attività musicale dando vita ad un altrettanto storica band, i New Order.
by Sigu