lunedì 25 novembre 2013

IN DIE HISTORY // Joy Division


Dal celebre tavolo su cui fu ritrovato Ian Curtis messo in vendita e battuto su eBay per 8400 sterline ecco lo spunto per andare i ripercorrere una tra le storie più bagnate di drammaticità che il mondo della musica abbia conosciuto.
Il controverso e venerato gruppo post-punk inglese Joy Division nacque nella maniera più banale, ossia dall'incontro di tre compagni di scuola della Salford Grammar School; Bernard Sumner alla chitarra, Peter Hook al basso e Terry Mason alla batteria nei primi mesi del 1977 furono contattati dal cantante e poeta Ian Kevin Curtis, e questo incontro cambiò la storia. I Warsaw, in omaggio a Warszawa di David Bowie, videro l'ingresso di Tony Tabac alla batteria al posto di Mason che vestì i panni di manager del gruppo; il 27 maggio del 1977 la band si esibì, come spalla ai più noti Buzzcocks, all'Electric Circus, occasione che permise loro di conoscere Martin Hannett, uno dei principali animatori della scena musicale di Manchester, incontro che compensò una performance non proprio acclamata.
Rimpiazzato Tabac con il più esperto Steven Brotherdale, nel dicembre dello stesso anno i Warsaw debuttarono con l'EP An Ideal for Living contenente quattro dei loro pezzi più rappresentativi: Warsaw, No Love Lost, Leaders Of Men e Failures, dopodichè presero il nome di Joy Division per distinguersi da un caso di quasi omonimia con la punk band londinese dei Warsaw Pakt. Il batterista Steven Brotherdale lasciò il gruppo ed a lui subentrò Stephen Morris, come Ian originario di Macclesfield.
Superate le accuse di filonazismo da parte della stampa, nel 1978 ottennero una chance da parte della RCA ma il nascente progetto discografico fu abbandonato; in compenso il gruppo fu notato da Tony Wilson, conduttore televisivo nonchè fondatore della Factory Records, che li convinse a partecipare alla compilation legata al lancio dell'etichetta con i pezzi Digital e Glass. All'autoritario produttore Martin Hannett spettò il compito di creare il mito Joy Division compiendo un lavoro certosino sulla sezione ritmica, elaborando per il gruppo un sound che univa l'incedere del punk contemporaneo con atmosfere aride e dark, in linea con il tono di voce baritonale da automa, monotona ma espressiva di Ian Curtis. Testi introspettivi che celano presagi di morte e preannunciano i propositi suicidi dell'autore, fortemente subordinati dal suo stato psico-fisico condizionato da crisi epilettiche definite sul suo diario "grande male" e mascherate sul palco con movenze frenetiche atte a simulare un ballo.  
I problemi di Ian Curtis non arrestarono la parabola ascendente. Nel 1979 NME gli dedicò una sua copertina, la band entrò di nuovo in sala per registrare la loro prima sessione radiofonica per John Peel, alla BBC Radio 1 da cui venne tratto il singolo She's Lost Control, ed al Marquee Club, storico locale londinese, i Joy Division si esibirono insieme a The Cure. 
Unknown Pleasure, prodotto da Martin Hannett con la cover progettata da Peter Saville, decretata come una delle più famose della storia del rock, uscì nel giugno del 1979. Esso apre con la pazzesca Disorder, ma figurano anche Day Of The Lords e New Dawn Fades. Il disco, anche se lasciò perplessi gli stessi componenti, venne ottimamente venduto ed accolto più che positivamente dalla critica. Ma soprattutto conferì al gruppo lo status di vera e propria cult-band e nuovo punto di riferimento del post-punk. Per promuoverlo ulteriormente, nell'ottobre del 1979, affrontarono un corposo tour che mise a dura prova il precario stato di Ian. Il supporto agli amici e conterranei Buzzcocks iniziò nel Regno Unito per poi estendersi con 10 date, in undici giorni, in Belgio, Germania e Olanda. Ai problemi di salute si sommarono gli attriti con la moglie Deborah Woodruffe, sposata nel 1975 ancora adolescente, accresciuti dalla relazione extraconiugale con la belga Annik Honoré. Il rapporto che si logora e logora il cantante è celebrato da Love Will Tear Us Apart.
In coincidenza con la registrazione di Incubation, And Then Again e Komakino, avvenne il primo tentativo di suicidio originato da un potente mix di farmaci ed alcool, scongiurato in extremis dalla moglie. 
Ma è tempo di dare vita al secondo disco Closer registrato sulle ali dell'entusiasmo nonostante si trattasse di un viaggio nei mendri della sofferenza. La copertina del disco venne nuovamente affidata a Peter Saville, mentre Martin Hannett decise di cambiare rotta facendo massiccio uso di eco per le tracce di batteria e di tutte le chitarre e la musica apparve ancor più cavernosa. Curtis esterna i suoi pensieri con un atteggiamento ancora più distante e lucido rispetto al passato (A Means To An End). I brani sono per l'appunto una serena confessione che anticipano le manovre future da Colony, passando dalla struggente Heart and Soul al corteo funebre di The Eternal eletta praticamente a suo epitaffio.
Ma la situazione precipitò proprio alle porte dell'attesissimo tour americano previsto per il 20 maggio. Ad inizio aprile, al terzo di tre concerti nella capitale inglese il cantante ebbe una crisi epilettica sul palco. Il 7 aprile, il giorno prima di un'altra esibizione finì in overdose, ma la sera successiva calcò ugualmente il palco. La band si prese una pausa forzata per dare modo al suo cantante di ristabilirsi, ma il leader aveva gia in mente un epilogo differente: il 18 maggio Ian Curtis si suicidò impiccandosi nella sua casa di Barton Street 77 a Macclesfield a 24 anni non ancora compiuti.  
Dopo la pubblicazione postuma del secondo album Closer, costretti per un tacito patto a cambiare nome del gruppo, i restanti componenti decisero di continuare l'attività musicale dando vita ad un altrettanto storica band, i New Order.

by Sigu    








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