venerdì 8 novembre 2013

TOP TRACKS // Le migliori 5 tracce della settimana (W45)




fIVE // No Joy - Second Spine

Second Spine è il secondo singolo estratto dal nuovo EP Pastel and Pass Out (uscito questa settimana via Mexican Summer) della band canadese No Joy. Il trio shoegaze con questo nuovo brano, perfetto contraltare del primo estratto Last Boss, ci sorprende con un approccio più delicato e comprensibile in cui si sovrappongono fondendosi insieme chitarra e l'eterea voce di Jasamine White-Gluz.






fOUR // Jeremy Jay - Graveyard Shift

Il ritorno di Jeremy Jay con Abandoned Apartments (21 gennaio via K Records) segna probabilmente un punto di svolta nella carriera del cantautore, per una mezza dozzina di anni associato ad un pop trasognante. La traccia estratta, Graveyard Shift, (così come la cover art dell'opera) ci mostra un approccio più dark ed ipnotico introdotto da un piano dai toni plumbei ma ugualmente caldi e rassicuranti.






tHREE // Say Lou Lou - Beloved

Say Lou Lou, la coppia di gemelle tanto svedesi quanto australiane salite rapidamente alla ribalta rilasceranno nel 2014 il loro album di debutto attraverso la Columbia Records ma nel frattempo scaldano l'attesa con la trasognante Beloved che comparirà nell'EP Better in the Dark (dal 25 novembre), effervescente reminiscenza di un altro duo elettro-pop composto da sorelle ovvero Tegan And Sara...





tWO // bEEdEEgEE - Flowers (feat. Lovefoxxx)

Dopo il brano Bricks ora giunge Flowers, altra preziosa anticipazione contenuta in SUM/ONE, album di debutto per il membro dei Gang Gang Dance, Brian DeGraw sotto il moniker bEEdEEgEE, che uscirà attraverso 4AD il 3 dicembre. Leggermente meno astratta del primo singolo, Flowers vanta anche un apprezzato quanto breve apporto vocale della frontwoman dei CSS, Lovefoxxx.






oNE // The National - Lean

Tra numerosi eccellenti contributi per la colonna sonora di Hunger Games: Catching Fire anche i newyorkesi The National con la ballata tipicamente rock-folk Lean. Cadenza tormentata guidata da un maestoso piano e qualche fuggevole colpo di batteria. Matt Berninger ci rivela ora che il brano era inizialmente nato come Dying Is Easy ritenuto però eccessivamente dark dalla produzione. 




(Week 44)       

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