Un ottobre molto impegnativo ed un novembre in cui la nostra attenzione veniva catalizzato dal recente, splendido, Club To Club ci porta a presentarci con colpevole ritardo all'appuntamento dedicato al résumé delle più significative uscite discografiche del mese trascorso. Il podio è bell'e fatto con gli Arcade Fire a rubare con merito tutta l'attenzione dei media grazie al ritorno più che degno con Reflektor ed gli eccellenti prodotti elettronici di The Field in chiave minimal con Cupid's Head ed r'n'b di The Range con Nonfiction. A ruota, almeno per una questione meramente cronologica ci tocca risaltare l'ottimo esordio del connubio Darkside (Nico Jaar + Dave Harrington) con Psychic (voto 7,5) che rinforzano la formula dell'EP in maniera più armonica e coerente fondendo funk progressivo, ambient ipnotico e jazz-fusion. Non solo Golden Arrow, tra le perle anche la conturbante Paper Trails e la fieramente funk Heart. Misteriosamente passato quasi inosservato nel nostro territorio il progetto americano Mutual Benefit sforna con Love's Crushing Diamond (7,5) una preziosissima opera folk-barocca, calda, avvolgente e nostalgica sebbene rievochi luoghi in cui mai siamo stati e, così come li abbiamo immaginati, mai ci finiremo. Voci eteree vi accompagneranno lungo questo viaggio in cui Golden Wake, Advanced Falconry e That Light That's Blinding sono solo alcune delle più suggestive fermate. Ben altro risalto per la giovane Sky Ferreira, che forte del suo fascino da bella e dannata e con un po' di gossip tra droga e fermi a ripetizione, accalappia l'attenzione del pubblico. La ragazza di Zachary Cole Smith dei DIIV però ha talento e lo dimostra tutto in Night Time, My Time (7,5). Chi temeva un prodotto preconfezionato dovrà fare i conti con un album dalle diverse sfumature: noise-pop (You're not the One), shoegaze (Boys), dance rock (le meravigliose 24 Hours e I Will) per soddisfare i palati più eterogenei e senza sbordare mai nel pop più commerciale. Più lineare, e decisamente più pompato l'esordio omonimo delle sorelle HAIM (7) ma non per questo qualitativamente molto peggiore. Ritornelli da vendere ed un pop old style che talvolta sconfina nell'R&B per 13 tracce che in Falling, Forever e The Wire hanno già trovato da tempo i loro tormentoni. Dal rigore delle HAIM all'irrazionalità di Cameron Mesirow aka Glasser che con Interiors (7) cerca di riordinare in maniera architettonica la confusione "interiore" dovuta al suo trasloco/fuga. Il disordine ha però in questo caso un centro di gravità definito ed i ritmi tribali si muovono attorno alla voce di Glasser vero epicentro dell'opera in cui Shape è singolo e manifesto. Lo so, si parla solo di musica al femminile ma questo mese è così quindi ora tocca anche Kelela ed il suo album d'esordio CUT 4 ME (7) capace di adattare un R&B via via sempre più sensuale ad un linguaggio elettronico antitetico ma paradossalmente coerente. Tornando ad il mondo dei maschietti non nascondiamo un pizzico di delusione per la nuova opera di Four Tet. Sarà che da Kieran ci si attende sempre il meglio ma Beautiful Rewind (6,5) ci convince solo a tratti nel suo intento di risultare un'opera da dance-floor privata però di tutto ciò che possa risultare ridondante. Parallel Jalebi in questo senso arriva con slancio là dove Kool FM manca ovvero nella sobrietà formale indicato come leit-motif dell'album. Ben altro impatto, giusto per rimanere in tema, ci regala la seconda opera di Travis Steward aka Machinedrum con Vapor City (7), la sua città immaginaria fatta di drum'n'bass, footwork ipnotico, inflessioni jazz e sample vocali che emergono e si celano dietro quell'atmosfera grigia cui il disco è pervaso. Gunshotta, Center Your Love ed Eyesdontlie tra le tante stelle da cui farsi guidare. Ogni mese ci si dilunga sempre troppo quindi acceleriamo il cammino. Passano nell'ombra i ritorni degli Sleigh Bells che con Bitter Rivals (5,5) questa volta falliscono nel tentativo di fusione pop-rock. Non molto meglio per i Cults che con Static (6) almeno qualitativamente hanno già raggiunto quei canali mainstream da loro tanto agognati. Gli Yuck invece confermano con un discreto Glow&Behold (6,5) quanto la separazione dal front-man Blumberg non sia stato per loro un grande affare, non chè il progetto Hebronix possa sorridere così tanto. Per non concludere sempre con i flop della settimana due parole le spendo per il ritorno di Son Lux, anche questo passato sottotraccia ed un po' bistrattato anche dal colosso Pitchfork. Lanterns (7) è un'opera elettro-pop a tratti iridescente fatta di qualche ombra e molte luci tra cui il cantico arcadico Alternate World e la meravigliosa e lussureggiante Lost It To Trying in cui risulta evidente il tocco indiretto del compagno di merende Sufjan Stevens.
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