mercoledì 20 novembre 2013

REVIEW // Lorde - Pure Heroine


Genere: Pop
Etichetta: Universal
Pubblicazione: 27 settembre 2013
Voto: 7


Ella Maria Lani Yelich-O'Connor, l'adolescente cantautrice nota come Lorde è il piccolo fenomeno del momento. La neozelandese di Aukland ha iniziato a farsi largo nel mondo della musica alla tenera età di 12 anni "rapita" dalla Universal che ne ha curato la crescita artistica. La precoce maturità sopraggiunge già nel marzo 2013 con The Love Club, l'Ep lavorato con il produttore Joe Little contenente cinque brani tra cui Royals, il singolo multiplatino pianificato sulla ricetta semplice del battito di una drum machine che le apre le porte del paradiso musicale e le permette di conquistare la classifica neozelandese diventando in seguito la prima interprete del suo Paese ad avere quattro brani contemporaneamente nella top 20. Ma lo strabiliante successo si è esteso ovunque in particolar modo negli USA entrando nella Billboard Alternative Chart, nella US Billboard Hot 100, la classifica dei singoli più venduti in America, e cosa ancor più bizzarra nella sezione riservata al genere Latin Urban dell'America's Music Charts.
Pure Heroine, costruito intorno a bassi profondi, ombrosi e cadenzati, programmati da Joe Little, con sfumature elettroniche e velate influenze hip-hop e R & B, raccoglie il massimo di quanto seminato facendo dell'essenzialità proprio il punto che conferisce al prodotto una certa personalità che si attiene su buoni standard qualitativi dall'inizio alla fine (e poco importa sia un prodotto non certo rivoluzionario perlopiù caratterizzato da testi adolescenziali). Inevitabile il paragone, o scontro, e non solo stilistico, con  Born to Die di Lana del Rey. Sebbene Ella abbia lievemente punzecchiato l'americana, i fans dell'una o dell'altra hanno fomentato la rivalità tra due voci molto simili e stili non così distanti trattando quasi come  spazzatura "l'antagonista di turno non gradita".
Il disco ingloba Tennis Court, dal riconosciuto ottimo songwriting con un video basilare che più basilare non si può e pronto a sfondare le 16 milioni di visualizzazioni suYouTube, le atmosfere create da synth ed organi di 400 Lux, Royals, Ribs con un ritmo che ci conduce in un clima più da dancefloor grazie ai suoi bassi sincopati. Se la successiva Buzzcut Season forse è quella che esalta maggiormente la sua estensione vocale, Team è il brano con cui maggiormente si confonde con Lana Del Rey. Seguono Glory and Gore molto amata dai suoi fans, il coro angelico di White Teeth Teens che tramite una metafora segnala l'importanza di avere i denti bianchi in Nuova Zelanda (e di come essi siano un elemento di grande vanità), la minimale che ti culla ad occhi aperti Still Sane, e la più toccante ed immediata A World Alone collocata giustamente alla fine.      

by Sigu     







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