lunedì 18 marzo 2013

Road To Primavera // DIIV


Genere: Indie-Rock, Shoegaze
Data:     Venerdì 24 maggio


In un venerdì che oltre ad i Big per eccellenza, ovvero i Blur, vedrà l'attesissimo ritorno di due grandi nomi, The Knife e James Blake, entrambi in procinto di lanciare un nuovo album dalle grandi premesse, ci sembra doveroso dedicare un po' di spazio ad una delle band emergenti che, in quanto tale, rappresenta il vero cuore del festival, a sua volta vetrina ideale per provetti headliner. Oggi si parla di DIIV, perfetto antipasto pomeridiano che con l'album di debutto Oshin, lanciato l'estate scorsa, ha già catalizzato un discreto interesse e posto le basi per un futuro luminoso. Sorto per mano dell'ex chitarrista dei Beach Fossils, Zachary Cole Smith, non particolarmente appagato dal ruolo di braccio non pensante del gruppo, il progetto DIIV nasce ufficialmente nel 2012 dalle ceneri del progetto solista originale dal nome Dive, che rivela già il debito nei confronti dei Nirvana (Dive, prima traccia di Incesticide), prendendo la forma attuale attraverso l'acquisizione di Andrew Bailey, altro chitarrista ed amico d'infanzia di Smith, il bassista Devin Ruben Perez, bizzarra figura della scena newyorkese, e Colby Hewitt alla batteria. Con parte del lavoro già portata a termine grazie ad i brani Sometime ed Human registrati dal frontman e che sono valsi l'accordo con l'etichetta Captured Tracks, la band al completo si barrica in un fatiscente atelier di Bushwick a Brooklyn dove senza acqua corrente nè aria condizionata (ed era estate) porta a termina l'opera prima. Manco a dirlo, se cercate la colonna sonora ideale di questa gestazione la troverete certamente attraverso Air Conditionating... Difficile capire se questo indie-rock, guitar-oriented fosse già nelle "corde" di Smith prima dell'esperienza con i Beach Fossils ma certamente in alcune tracce il distacco è davvero impercettibile anche se rimane sempre riconoscibile l'impronta data da ciascun elemento con la batteria a scandire tutto l'album fin dalle prime note della intro (Druun). Le chicche non mancano, a partire ovviamente dalla quasi radiofonica How Long Have You Known, e poi via via accarezzando tutti i vari sottolivelli che separano la quasi atmosferica Human al raffinato post-punk di Doused.












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