giovedì 28 marzo 2013

BEST NEW // The Suicide of Western Culture - Hope Only Brings Pain


Genere: Elettronico, Post-Rock
Etichetta: Irregular
Pubblicazione: 14 marzo 2013
Voto: 8


Non sarà ancora quella amministrativa per la quale Barcellona deve ancora accontentarsi dello status di regione autonoma, ma almeno una certa indipendenza per quanto concerne la scena elettronica la Catalunya l'ha certamente raggiunta anche grazie a due dei principali festival europei quali sono Primavera Sound e Sonar in grado di fornire riferimenti, stimoli e perchè no, anche una certa visibilità che non guasta mai. E così ecco che l'onda creata dal fenomeno Talabot, in grado, con l'acclamato fIN di spostare verso il sud europeo un baricentro elettronico da tempo congelato (a parte rare eccezioni) nel triangolo franco-anglo-sassone, ci regala proseliti di grandi prospettive divisi tra rivelazioni in odore di successo come il progetto BeGun e conferme che sanno di consacrazione come i protagonisti di questa recensione. The Suicide of Western Culture bissa e sorpassa il successo dell'album d'esordio con un follow-up che profuma di primavera e che già al secondo ascolto suscita un desiderio irrefrenabile di tirare fuori abiti più leggeri e raccogliere con rara ingordigia i primi caldi raggi di sole che la stagione regala. Hope Only Brings Pain consacra il duo degli incappucciati, forse emuli di Ethan Kath, con un'opera che conferma il percorso intrapreso ossia un mix giovane ma già sapiente di krautrock, noise e post-rock lo(w)-(pro)fi(le) in chiave elettronica ma molto più luminoso e definito. La lunga intro Remembering Better Times serve a predisporci nel giusto mood per affrontare HOBP che già all'inizio ci regala due gemme come Hey, Guys! I Know The Name Of The Culprits ed il primo singolo Love Your Friends, Hate Politicians (un inno che unisce certamente sia i giovani disillusi spagnoli quanto quelli italiani), chiara conferma del fatto che la melodia non sarà un fattore estemporaneo bensì un altro gradito protagonista. La trama dell'album prevede la classica fase centrale densa di pathos con beat razionati ed una melodia di stampo celtico non solo novità ma quasi vera rivelazione tale da rendere Oranienbuguer una delle hit. Finale in calando? Nient'affatto perchè con El Cristo De La Buena Muerte (traduzione superflua) inizia il gran finale a cui mancano solo i fuochi d'artificio ma non certo l'omaggio a John Talabot attraverso Scapaflow traccia che sa di passaggio (momentaneo) di consegne più che di epilogo...








Follow us on:
  •     Facebook : Primavera Indiependente
  •     Tumblr   : Primavera Indiependente
  •     Twitter : MavriPI

Nessun commento:

Posta un commento

Translate