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Visualizzazione post con etichetta The Suicide of Western Culture. Mostra tutti i post
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I newyorkesi Liars, autori la passata stagione con WIXIW (Mute Records) di uno tra i lavori più sorprendenti, tornano a dare notizie con due nuove tracce, I Saw You From The Lifeboat e Perfume Tears, scaricabili gratuitamente attraverso questo collegamento. Per la prima dalle sonorità sinistre, non più una novità, la band ci presenta anche un video realizzato con una sequenza di foto scattate dagli stessi componenti del gruppo.
COMING SOON // Nuovo album per i Fuck Buttons con Slow Focus
La presenza del duo di Bristol nei principali festival musicali contestualmente ad un ultimo album, Tarot Sport, ormai datato 2009, faceva presagire l'imminente uscita di un nuovo lavoro e così è infatti. I Fuck Buttons tornano con Slow Focus che uscirà attraverso ATP Recordings il 22 luglio (il 23 negli U.S.A.) in quella che sarà la prima autoproduzione avvenuta nel proprio Space Mountain Studio. Presenti sia al Primavera Sound che al Glastonbury Festival i Fuck Buttons sono già stati annunciati nella line-up del Club To Club di Torino (7 al 10 Novembre).
NEW SONG // Mount Kimbie - You Took Your Time
In prossimità di Cold Spring Fault Less Youth, il nuovo disco di Mount Kimbie che verrà messo in vendita a partire dal prossimo 27 maggio (Warp Records), il giovane duo britannico scalda l'attesa con una nuova anticipazione. Dopo Made To Stray ecco ora You Took Your Time che come anticipato vanta la collaborazione di King Krule, il chè non fa che aumentare le aspettative per uno tra gli album più promettenti della stagione.
NEW VIDEO // The Suicide Of Western Culture - Remembering Better Times
Remembering Better Times, traccia iniziale del roboante secondo album del duo catalano, Hope Only Brings Pain, ha da questa settimana anche un video dedicato. The Suicide Of Western Culture per la traduzione in immagini del brano opta per una serie di fotogrammi che un po' per la sua natura sfuocata ed un po' per i soggetti ed i paesaggi che suscitano sentimenti nostalgici rende decisamente omaggio ad il titolo del brano. Dal secoondo brano i giri aumentano ed è tutta un altra storia.
Non sarà ancora quella amministrativa per la quale Barcellona deve ancora accontentarsi dello status di regione autonoma, ma almeno una certa indipendenza per quanto concerne la scena elettronica la Catalunya l'ha certamente raggiunta anche grazie a due dei principali festival europei quali sono Primavera Sound e Sonar in grado di fornire riferimenti, stimoli e perchè no, anche una certa visibilità che non guasta mai. E così ecco che l'onda creata dal fenomeno Talabot, in grado, con l'acclamato fIN di spostare verso il sud europeo un baricentro elettronico da tempo congelato (a parte rare eccezioni) nel triangolo franco-anglo-sassone, ci regala proseliti di grandi prospettive divisi tra rivelazioni in odore di successo come il progetto BeGun e conferme che sanno di consacrazione come i protagonisti di questa recensione. The Suicide of Western Culture bissa e sorpassa il successo dell'album d'esordio con un follow-up che profuma di primavera e che già al secondo ascolto suscita un desiderio irrefrenabile di tirare fuori abiti più leggeri e raccogliere con rara ingordigia i primi caldi raggi di sole che la stagione regala. Hope Only Brings Pain consacra il duo degli incappucciati, forse emuli di Ethan Kath, con un'opera che conferma il percorso intrapreso ossia un mix giovane ma già sapiente di krautrock, noise e post-rock lo(w)-(pro)fi(le) in chiave elettronica ma molto più luminoso e definito. La lunga intro Remembering Better Times serve a predisporci nel giusto mood per affrontare HOBP che già all'inizio ci regala due gemme come Hey, Guys! I Know The Name Of The Culprits ed il primo singolo Love Your Friends, Hate Politicians (un inno cheunisce certamente sia i giovani disillusi spagnoli quanto quelli italiani), chiara conferma del fatto che la melodia non sarà un fattore estemporaneo bensì un altro gradito protagonista. La trama dell'album prevede la classica fase centrale densa di pathos con beat razionati ed una melodia di stampo celtico non solo novità ma quasi vera rivelazione tale da rendere Oranienbuguer una delle hit. Finale in calando? Nient'affatto perchè con El Cristo De La Buena Muerte (traduzione superflua) inizia il gran finale a cui mancano solo i fuochi d'artificio ma non certo l'omaggio a John Talabot attraverso Scapaflow traccia che sa di passaggio (momentaneo) di consegne più che di epilogo...