Eccoci nella settimana che ci conduce alla tre giorni del Primavera Club versione 2015, fratello minore del nostro amato festival ma che ne riflette (sebbene in maniera più intima) completamente lo spirito e ci invita a scoprire i nuovi talenti emergenti europei, alcuni noti, altri non proprio sconosciuti ed, ebbene sì, una discreta manciata di cui ignoravamo l'esistenza. Quindi stimolati dalla nuova sfida attiviamo i nostri recettori e tra i 39 nomi che calcheranno i palchi delle 2 location (entrambe doppie, per un totale di 4 palchi) ecco qui i nostri 7 suggerimenti (avrebbero potuto essere almeno una decina) che potrete godere senza rischiare incroci pericolosi...
E chissà che qualcuno non lo possiate apprezzare in una calda e ventilata serata primaverile...(clicca qui per orari e playlist)
Empress Of - Me (Terrible Records, 2015)
Certamente tra gli immaginari head-liners non potrebbe mancare la californiana di origine hondureña Lorely Rodriguez, ormai nota quasi esclusivamente come Empress Of, salita agli onori della cronaca grazie al pop-elettronico atemporale del debut album Me che la rende un ibrido Bjork-grimesiano o forse, ancor meglio, il perfetto punto di incontro tra il synth-pop euforico dei Chvrches e quello un po' snob di FKA Twigs... Il termine "imperdibile" è superfluo...
Roosevelt - Hold On / Night Moves (Greco-Roman, 2015)
Innamoratomene totalmente dall'uscita del'EP Elliot, ormai datato 2013, avrei certamente immaginato per il produttore/dj Marius Lauber aka Roosevelt un'ascesa ben più rapida e fortunata. Il tempo però ripaga l'attesa (mia e sua) concedendo uno scenario che sa di rampa di lancio per il giovane tedesco che si ripresenta con il doppio singolo Hold On / Night Moves che scomodando paragoni eccellenti lo pone come discepolo della scuola di Caribou ed Hot Chip, anche se per larghi tratti rievoca l'alter ego carico di serotonina di Washed Out...
U.S. Girls - Half Free (4AD, 2015)
A chiudere il trittico di headliners, giustamente uno al giorno, ecco una delle poche realtà che in saccoccia può vantare più di un album di cui l'ultimo, Half Free targato niente meno che 4AD, il che già rappresenta una garanzia. Trattasi d U.S. Girls, anche qui, come per i precedenti, con un unico membro a tessere le fila ed a snocciolare perle. Meghan Remy dopo una decina di anni di carriera alle spalle ci consegna una ricetta che ha del magico nella sua perfetta fusione tra glam rock, pop degli anni che furono e quel tocco elettronico mai sgradito...
Shura - White Light (Polydor, 2015)
Una manciata di singoli e già una certezza del pop britannico, Aleksandra Denton, russa di origini ma cresciuta a Manchester ed ormai londinese di adozione, raggiunge la notorietà con l'ammaliante brano Touch che le vale l'accesso nella lista del BBC Sound of 2015 che premia le rivelazioni dell'anno. Nulla di che stupirsi se ci si è lasciati cullare dal suo ipnotico, suadente e malinconico R&B che a tratti sfocia nel synth-pop e che le ha aperto le porte dell'etichetta Polydor pronta a pubblicarne l'atteso debutto.
Ninos du Brasil - Novos Misterios (Hospital Productions, 2015)
Qualcuno penserà che il fatto di avere finalmente degli italiani da poter raccomandare orgogliosamente abbia avuto un suo peso in questa chart. E ci potete scommettere! Ma Nicolò Fortuni e Nico Vascellari sono anche quel segno di rottura nella tradizione italiana che negli altri generi continua tristemente a mancare. Techno, punk e batucada si fondono in un vortice di colori e trovano nella perla Sombra Da Lua il loro manifesto. Attesa quindi per le prove generali nella speranza di una chiamata anche per questa primavera.
Moiré - Shelter (Ninja Tune, 2014)
Con l'avvento delle tenebre e già in parte rinfrancati dalla prima ondata di concerti avrete certo bisogno di abbandonare la vostra anima ed il vostro corpo alla pista da ballo. Se non siete particolarmente snob e vi sentite pronti ad addentrarvi in cunicoli tenebrosi ed industriali ma a loro modo brillanti, con il britannico Moirè sarete certamente in buone mani. E se vi servono ulteriori garanzie vi basterà sapere che Darren Cunningham (aka Actress) non ha esitato due secondi a contrattarlo per la sua scuderia...
Chastity Belt - Time To Go Home (Hardly Art, 2015)
E chiudiamo con un altro gruppo "veterano", con ben due album già in saccoccia. Sono il quartetto di Washington Chastity Belt entrati nel circuito che conta con l'album No Regerts ed ora pronti a bissare il successo con il recente Time To Go Home. Nuove paladine del movimento Riot Grrrl, si discostano dal sentiero aperto dalle Sleater-Kinney per una connotazione maggiormente enigmatica e melanconica cui fa da contrasto comunque uno spiccato lato umoristico sempre presente.