Quando arrivi al Forum e ti dirigi in leggero ritardo verso il distantissimo palcoscenico dell'Heineken e ti posizioni nello stesso momento in cui Kurt Vile scaglia la prima nota di Jesus Fever allora ti rendi conto che il Primavera Sound e' l'evento in cui nulla succede per caso... Artista vero, poche chiacchiere e grandissima prestazione per indirizzare la giornata del venerdi nel modo giusto. Scelta di cuore per il secondo appuntamento con i nostri Honeybird & The Birdies (magari un giorno tocchera' anche a Merchandise e Peace) che in pochi minuti con i loro meltin-pot di suoni accattivano i passanti, riempiono la pista e soprattutto scaldano gli infreddoliti astanti. Applausi meritati e poi di nuovo all'Heineken dove la rivelazione del 2012 Django Django sollazza il numeroso e sempre piu' crescente pubblico con il loro pop tra elettronico e spaghetti western che cosi' facilmente aveva creato dipendenza nelle nostre orecchie. Oggi si mangia nei ritagli di tempo. Il lungo cammino verso lo scenario Primavera ci conduce ai The Breeders che ci accogono, anche se solo in lontananza, con la pregiata Cannonball. Il resto e' Last Splash... Come gia' anticipato per noi future-oriented, Local Natives batte per distacco The Jesus & C. e non delude le attese. Non saranno mai dei fenomeni ma dal vivo sanno il fatto loro e ci regalano tutte le perle piu' attese dei loro due album. Ora si entra davvero nel vivo e la piacevole sorpresa che accompagna le folla incredibile (non adatta allo stage Vice) per Daughter rubata al talento James Blake rende il concerto ancora piu' sorprendente cosi' come l'ilare emozione, quasi commovente, che accompagna la performance della cantante Elena Tonra. Solo 10 minuti con Doldrums per avere la conferma che live sanno davvero rendere al meglio le loro altalenanti produzioni e poi anche noi seguiamo l'onda umana che ci condurra' in quello che "universal"mente viene riconosciuto come l'evento imperdibile del Primavera Sound 2013. Girls & Boys e' la traccia (nota da tempo) d'apertura di uno splendida esibizione in cui a Damon viene concesso di tutto compresi un paio di lapsus e l'impossibilita' per le sue non piu' fresche corde vocali di raggiungere l'apice di un tempo. Se al Coachella sembrava un po' compassato, sul palco dell'Heineken si dimostra a perfetto agio e ci regala un'ora e mezza, scarsa, di tutto il repertorio della ventennale band londinese. Le scorie del giorno precedente incominciano ad emergere ma il richiamo scandinavo echeggia e ammalia e ci troviamo dinnanzi al controverso show del duo svedese de The Knife con una vaga idea di cio' che possa attenderci. Forse saranno state le perplessita' ed il low profile iniziale ma bastano pochi minuti (e la sequenza ben chiara dei brani) per esserne completamente rapiti fino all'ultimo atteso brano, Silent Shout. Il nostro fisico ci richiama all'attenzioni e le successive esibizioni di Daphni e Disclosure non rientrano tra le priorita' soprattutto in considerazione della giornata elettronica che ci attende per la giornata conclusiva...
(Il report del Giovedi`)
(Il report del Sabato)
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