martedì 14 maggio 2013

BEST NEW // Still Corners - Strange Pleasures


Genere: Synth-Pop, Dream Pop
Etichetta: Sub Pop
Pubblicazione: 7 maggio 2013
Voto: 8


Un abito nuovo e tirato a lucido può essere un segno sufficiente ad indicare un cambio di rotta ma spesso sono particolari meno evidenti che manifestano una reale rivoluzione negli intenti e negli atteggiamenti. E così mentre alcuni tendono dalle loro mani sudate un bel biglietto da visita curato da terzi nella speranza risulti sufficientemente ingannevole, coloro che non vivono nel dubbio ma sono convinti delle scelte fatte scaricano le loro certezze in una tenace quanto empatica stretta di mano. Questo calore e questa sicurezza è la stessa che ci accoglie con la splendida The Trip, traccia d'esordio per il secondo album degli Still Corners e verosimilmente manifesto di un cambiamento che trascina il duo di stanza a Londra fuori dalla mandria dream-pop verso sonorità tanto più trendy quanto più vicine alla vera essenza della coppia anglo-americana. Il piacevole pop sfornato dal produttore statunitense Greg Hughes e dalla voce della bella inglesina Tessa Murray nell'album d'esordio Creatures Of An Hour, dalle melodie indubbiamente piacevoli, non poteva più essere sufficiente nè probabilmente lo voleva più essere. La strada (termine non casuale) da intraprendere era ben altra e sebbene taluni vedano l'ombra dei Beach House questo Strange Pleasures trasuda Chromatics da tutti i pori. Non una copia o uno scimmiottamento sterile o ridondante, la lezione è stata seguita, elaborata ed assorbita, e noi ora ne godiamo il frutto. Sintetizzando (altro termine non casuale) possiamo dire che la lancetta pop della band si è spostata di un paio di decadi, dai '60 dell'esordio agli '80 attuali ma con un cambiamento graduale che ancora traspare nell'album iniziato durante il tour per Creatures Of An Hour e di cui si respirano ancora i sentori in tracce come All I Know (Cuckoo) o Beginning To Blue (Endless Summer). Fireflies, primo singolo lanciato ad ottobre, rappresenta il brano simbolo della svolta, esatto punto di contatto tra vecchio e nuovo, sospeso ed allo stesso tempo già proiettato in un'altra dimensione; e da lì nulla sarà più come prima con una non troppo velata "cromatura" a ricoprire l'album ed il synth a dettarne autorevolmente i ritmi. Non solo la traccia d'apertura ma anche il recente secondo singolo Berlin Lovers nonchè Beatcity sembrano direttamente estratti dal b-side di Kill For Love e create per stimolare con i loro inusuali beat anche i muscoli dei più impassibili ascoltatori. L'atmosferica e sospirata Midnight Drive infine si candida apertamente per entrare nella colonna sonora dell'eventuale seguito del capolavoro cinematografico Drive e chiuderne il ciclo mentre è compito della title track lanciare i titoli di coda con quella cadenza tesa e vibrante che sa tanto di to be continued...









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