mercoledì 22 maggio 2013

BEST NEW // Daft Punk - Random Access Memories


Genere: Funk, Disco
Etichetta: Columbia
Pubblicazione: 22 maggio 2013
Voto: 8,5


C'è molto da sgrossare per avere una visuale nitida e priva di condizionamenti del nuovo album dei Daft Punk. Random Access Memories è stato senza dubbio inquinato e sovraesposto ad una campagna pubblicitaria al limite dell'abuso che ha maldisposto critica ed orecchie indipendenti ad oltranza a vantaggio della facile traviabilità della massa. Inoltre dopo anni di attesa e a quasi 6 da quella live-session che detiene in maniera ormai inattaccabile il primato di best-personal-concert-ever (2007), splendidamente trasposto nell'album Alive, ci si poteva chiaramente attendere innovazioni anche al limite dello sperimentale ma a patto che il registro mantenesse vivo l'eco dei predecessori. Invece il primo ascolto disorienta, stordisce, quasi infastidisce. Le nostre attese erano vane e molte delle tracce passano inascoltate con la nostra mente offuscata ed incupita per il torto ricevuto. Solo a delusione assorbita l'effetto Get Lucky torna a gettare un velo di ottimismo ricordando come il primo singolo abbia generato in noi il medesimo sentimento frustrante per poi recuperare colpi con l'ascolto fino a scatenare un inebriante effetto loop nella nostra mente. Ed è così che dal secondo ascolto nasce veramente Random Access Memories. Ed è proprio da queste premesse che troviamo il perchè di recensioni così dissimili. Troppi fattori, troppe aspettative intervengono mettendo a rischio la nostra razionalità. Quello che è certo è che RAM non è passato inosservato e questo super-documentario che si addentra nella storia della musica disco dagli anni '70 in avanti ha in ogni caso fatto centro creando quel crogiuolo di sensazioni e sentimenti che si era prefissato. Guy Manuel de Homem-Christo e Thomas Bangalter non ci girano tanto intorno e con Give life back to music tributo al funk degli anni '70 mettono subito in chiaro quale sarà il filo conduttore, con tutte le sfumature del caso, così come la presenza di Nile Rodgers che tornerà in compagnia di Pharrell Williams sia nella splendida ballata di Lose Yourself to Dance (notare al minuto 4 la base di Around The World in sottofondo) con ritornello in loop, altro liet-motif dell'album (e della storia dei Daft Punk in generale) sia nel già citato singolo, Get Lucky. Ad un primo impatto è Giorgio by Moroder la traccia indicata come tormentone dell'opera tra innovazione e marchio Daft Punk che si fonde con l'impronta del nostro compositore, ma più scorrono gli ascolti più ci rendiamo conto di quanto sia impattante la collaborazione con Julian Casablancas che forse stuzzicato dall'occasione sforna con Instant Crush il suo miglior lavoro dai tempi di Undercover of Darkness. La collaborazione con Paul Williams è poi una chicca carica di tutta la suggestione cinematografica che il compositore statunitense poteva offrire. Il finale in calando non è la caratteristica di questo prodotto, anzi è Motherboard con le sue sospensioni ambient a lanciarci in un trittico da urlo prima con Fragments of Time in cui l'apporto di Todd Edwards dona l'ultimo colpo anni '80 e poi un'esplosione di suoni del nostro millennio con probabilmente le due perle di RAM con l'incredibile intreccio di loop lirici offerto da Panda Bear degli Animal Collective e poi la coinvolgente cavalcata di batteria e beat di Contact che promette attimi di estasi e delirio musicale nell'eventuale live... Perchè alla fine piaccia o no, è dentro la loro piramide di luci e colori che sogniamo ancora di vederli...











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