venerdì 3 gennaio 2014

La storia del Primavera Sound. In 100.000 nel 2010 per Pixies, Pavement e Pet Shop Boys


Giunto alla sua decima edizione il Primavera Sound festeggia come meglio non potrebbe sfondando quota 100.000 presenze contando il solo recinto del Parc del Forum al quale andrebbero aggiunte almeno 6000 unità ad assistere ad i numerosi eventi collaterali dislocati nel capoluogo catalano, registrando così un incremento del 25% rispetto all'edizione precedente. Mantenendo il suo carattere immutato il Forum vedrà, tra il 27 ed il 29 maggio, calpestati i suoi 6 palchi (più l'Auditori) da ben 193 gruppi. Abbattuta quota 1000 quanto a presenze di testate giornalistiche con 728 nazionali e 365 straniere. Nell'anno dei record il giovedì conterà 31.200 ingressi mentre per le giornate di venerdì e sabato si registrerà il sold-out con 35.000 festivaleros festanti ad esaurire i biglietti delle due giornate finali. Ingressi disponibili fino a pochi giorni dall'evento a 180€ per l'abono (3 giorni) e 75€ per le singole giornate.




Il format autoprodotto è ormai un caposaldo dell'intero evento con il grande nome giornaliero ad invitare l'agglomerato umano proveniente dai diversi palchi dislocati nel recinto del forum dinnanzi allo stage principale che quest'anno cambia padrone con la cerveza San Miguel ad aggiudicarsi l'ambita vetrina, e a far felici la mie papille gustative. Intorno al Concerto dell'una (di notte, sia chiaro), ecco la nutritissima scelta di gruppi più o meno emergenti che a dispetto dei proclami faranno come sempre tutta la differenza del mondo. La mappa del recinto rimane pressochè immutata con qualche lieve cambiamento negli sponsor. Ray-Ban si conquisterà l'ambitissima arena e Rockdelux ripiegherà, si fa per dire, sullo splendido Auditori. Pronti, via e giovedì è già giornata di dolorose scelte con l'attesissimo algido esordio omonimo de The XX nella degna cornice dell'arena ad incastrarsi tra le sonorità eighties e nineties distillate sapientemente prima da The Fall e poi dai Superchunk. L'escenario Pitchfork  si conferma meta di grandi gioie middle-profile con selezione brillante e raffinata per tutti i palati: si inaugura con il surf rock degli, appunto, Surfer Blood, il rock aggressivo dei Titus Andronicus, le sfumature vocali tra il rock ed il dream dei fenomenali Wild Beasts per finire con il rumoroso esordio degli Sleigh Bells. Tra venerdì e sabato a calcare il palco della celebra rivista americana tutte le cromie dell'arcobaleno musicale: Best Coast, Cold Cave, Major Lazer, Japandroids, The Antlers e The Field (tra gli altri). Ma eccoci agli attesi Pavement nella più classica e riuscita compilation di successi, ovviamente capitanati dalla celebre Cut Your Hair. Dal passato al futuro il giovedì si chiude con i Fuck Buttons e la premiata ditta Mode(selektor+appa)rat. Si sale leggermente di tono e di pubblico il venerdì con il ritorno dei Pixies a catalizzare la serata. Tutti sotto il palco per rivedere il gruppo bostoniano così come lo si vede da 6 anni, ovvero impeccabile. Solito repertorio e chiusura scontata (ma poteva essere diversamente?) con Where Is My Mind? Allo stage San Miguel si fa sempre un salto indietro nella storia ma in questo caso neanche tanto con The New Pornographers, Spoon ed i sempre amati Wilco visti però solo in parte dal momento che staccarsi della performance dei Beach House autori del meraviglioso album Teen Dream risultava davvero impossibile. A fare esplodere l'anfiteatro Ray-Ban, più che le sorelline CocoRosie ci pensa per una volta il "Made in Italy" con Bloody Beetroots in versione Death Crew 77 con tanto di batteria al seguito a dare lezioni di dance-punk. E sabato si chiude, come sempre, ma degnamente. L'evento si chiama Pet Shop Boys, con tanto di spettacolo visual e una caterva di singoli snocciolati uno via l'altro. La teatrale performance di Florence & The Machine aveva già predisposto più che bene il pubblico che poteva comodamente ingannare l'attesa tra i fenomeni del momento The Drums, i Grizzly Bear, Dum Dum Girls, Polvo... A chiudere forse in maniera un po' scialba i redivivi (ma non troppo) The Orbital. Fuori dal recinto la Primavera restava immutata. Apertura e chiusura all'Apolo con Los Campesinos! e Black Lips e nel pomeriggio si bivacca al Parc Mirò per godere dell'aria di Barcelona e qualche concerto per scaldare le orecchie con Dum Dum Girls, Real Estate o Thee Oh Sees, ovviamente con una San Miguel in mano, mentre per il popolo "underground" ecco i soliti prodotti locali tener vivo il caratteristico evento Primavera Sound Baixa al Metro...




(Edizione 2009)            (Edizione 2011)      

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