Se
l'Italia veniva considerata terra di santi, poeti e navigatori,
l'Islanda potrebbe essere l'isola dei vulcani dai nomi impronunciabili,
cacciatori di balene ed autentica fucina di talenti che ha forgiato tra i
tanti i qui presenti Samaris. Del
perchè questa nazione con una popolazione inferiore a quella della
nostra Bologna abbia una tal concentrazione di artisti di talento è
dovuto, in particolar modo, ad
una legge che negli anni Settanta garantì ai comuni la possibilità di
aprire delle scuole di musica interamente finanziate dallo Stato, scaturendo così un fiorire di posti di lavoro riservati all'insegnamento, con docenti immigrati dall’estero. Le scuole di musica sono in numero rilevante, e circa il 70% dei bambini riceve un’istruzione musicale degna di nota..., studiando per diversi anni almeno uno strumento musicale e venendo
incoraggiati a comporre ed a suonare insieme, sfruttando gli strumenti e
gli spazi forniti dall'istituto; inoltre se a questo vogliamo
aggiungere un clima che non sempre ti invita a stare all'aria aperta ecco
che potremmo ottenere la genesi del trio di musica elettronica
formatosi nel gennaio 2011 e composto dai giovanissimi Aslaug Run
Magnúsdóttir (clarinetto), Þórður Kári Steinþórsson (computer) e
Jófríður Ákadóttir (voce).
Il
loro pronti e via gli ha consentito di vincere il concorso islandese
Músíktilraunir nel 2011 il cui exploit è stato seguito da un EP chiamato
Hljóma
Gio che ha catturato l'attenzione del pubblico ed ha consentito loro di guadagnare il Kraumur Award. Un ulteriore EP autoprodotto, Stofnar falla
nel 2012, è stato registrato negli studi dei Sigur Ros con Gunar Tynes
dei Müm prima che il gruppo firmasse con l'inglese One Little Indian
Records, con cui è stato realizzato invece l'omonimo Samaris, rilasciato nel luglio 2013, che ha unito i loro brani dei due EP precedenti usciti sul mercato islandese, includendo quattro
remix.
Fare paragoni con i connazionali sembra quasi un esercizio
obbligato, e almeno per quel che concerne i remix l'affinità con Mum e Gus Gus sembrerebbe a tratti palpabile. Come tutti gli artisti di quell'isola l'attaccamento alla terra d'origine è manifestato palesemente. Questo
non fa difetto ai Samaris che tanto come i Sigur Ros per i loro testi
traggono spunto da storie della quotidianità o della fantasia popolare: per esempio Viltu Vitrast è legato ad un racconto in cui gli
abitanti di un villaggio invocano l’aiuto di un essere celestiale, ma
hanno paura che questi non possa manifestare il suo potere sulla Terra; tutti
i brani sono cantati in madrelingua, con liriche tratte da poesie
islandesi del 19°secolo calate in atmosfere malinconiche, aliene, di una
leggerezza ammaliatrice e legate alla stessa idea ritmica di base che
per alcuni risulterà persin troppo ripetitiva e che imperversa nei brani
Hljóma þú, in Viltu Viltrast dal quale fa capolino dietro
l'elettronica con maggior frequenza il clarinetto che in altre
occasioni si fonde con essa o si cela dietro le pulsazioni di Stofnar falla, VögguDub, Sólhvörf I/II, mentre in Kaelen Mikla utilizzano melodie più orientaleggianti. Góða Tungl è il loro brano di punta di cui è stato girato anche un apprezzato video a cura di Thora Hilmarsdottir.
by Sigu
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