lunedì 3 giugno 2013

IN DIE HISTORY // Giorgio Moroder


by Sigu


Giovanni Giorgio Hansjorg Moroder è uno dei marchi più prestigiosi di cui il made in Italy si possa fregiare. Il produttore e compositore, nato ad Ortisei, è tornato recentemente agli onori della cronaca grazie alla stretta collaborazione con i Daft Punk, che in passato remixarono la sua The Chase, e per il fatto di avere realizzato la colonna sonora per un nuovo gioco di Google Chrome chiamato Racer, che si pone a metà strada fra le tracce ipnotiche del suo passato ed il battito filo-house del nostro presente.
Una formazione scolastica di tipo artistico e tecnico in quel di Bolzano ma fu (fortunatamente per noi) la musica la sua vera passione sin dall'adolescenza, come ci racconta anche nella recente Giorgio by Moroder.
A partire dal 1959 iniziò a girare l'Europa con differenti gruppi musicali, esperienza che interruppe dopo 7 anni per concentrarsi sulla scrittura di canzoni e demo per altri artisti ed infine per sè. Le cronache musicali riportano come primo successo Ich Sprenge Alle Ketten con Ricky Shayne. Dopo aver suonato la chitarra da ragazzo testò le sue qualità canore, con lo pseudonimo di Giorgio e George, incidendo diversi 45 giri e partecipando al Cantagiro del 70 con la canzone Luki Luki. Ma furono le esperienze tedesche ed ancor più quelle americane che lo fecero diventare quello che tutti conosciamo.  In un'intervista dichiara: "Nel 1970 ero a Monaco, e un ingegnere che conoscevo di nome Robbie mi presentò un compositore classico che aveva questo nuovo incredibile strumento. Era una grossa macchina con cavi elettrici dappertutto, ed egli suonò per me una composizione che consisteva nella ripetizione di un tono basso che cambiava ogni mezzo minuto. Quella era la sua composizione! Stava in pratica usando quell'enorme macchina per creare ciò che al tempo veniva definito "musica concreta". Non c'erano né ritmi né effetti e non era troppo interessante, ma dopo, quando il compositore non era più intorno a noi, Robbie mi prese da una parte e mi disse: 'Guarda, con questa macchina puoi creare molto più di una semplice nota'. Così si mise al sintetizzatore e mi mostrò un paio di cose, e io pensai: 'Wow! È fantastico!' Fui subito affascinato dalle possibilità e dai differenti tipi di suono che era in grado di produrre".
Il 1972 fu decisivo: in America iniziò a mietere i primi successi che lo portarono ad iniziare una collaborazione con Pete Bellotte che si allargò ad una certa Donna Summer e nel 1975 fecero il botto con Love to Love You Baby, con Spring Affair e con l'ipnotico ed avvolgente capolavoro I Feel Love (1976), qui grazie a Brian Eno che esclamò: “Ho sentito il suono del futuro”. Da questo momento divenne uno dei principali fautori del fenomeno di massa etichettato come Disco Music gettando le basi per quello che sarebbe diventato il synth-pop ed influenzando palesemente artisti del calibro dei Kraftwerk e New Order. Elencare tutti i successi nelle varie vesti artistiche che ricopriva Moroder e le collaborazioni con star di fama mondiale sarebbe un'impresa estenuante, ma non si possono tralasciare gli 8 minuti circa di From Here to Eternity del 1977 e Midnight Express Long Time del 78; The Chase. Nel 1979 vinse il premio Oscar con la migliore colonna sonora per Fuga di Mezzanotte, mentre nello stesso anno produsse sempre con Bellotte Last Dance, scritta da Paul Jabara e cantata nel film Thank God it's Friday da Donna Summer. Il brano si aggiudicò l'Oscar per la migliore canzone.
Negli anni ottanta è oramai americano d'adozione di stanza a Hollywood e lavorò alle musiche di film come American Gigolò, Flashdance (secondo premio Oscar personale), Scarface, Top Gun (terzo Oscar) ed alla riedizione del film muto Metropolis. La colonna sonora di Scarface è tornata alla ribalta dopo essere stata usata nel videogioco Gran Theft Auto 3 ma anche altre sue composizioni vengono rievocate in situazioni ludiche. Con Freddie Mercury ha scritto il brano Love Kills
Moroder ha inoltre composto la musica per eventi globali come le Olimpiadi di Los Angels nel 1984, di Seul nel 1988, di Pechino nel 2008 oltre alla canzone To Be Number One per il mondiale di calcio di Italia 90. 













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