lunedì 23 settembre 2013

BEST NEW // Chvrches - The Bones Of What You Believe


Genere: Synth-Pop
Etichetta: Virgin/Glassnote
Pubblicazione: 24 settembre 2013
Voto: 8


E' indubbio che la prolungata assenza dei fratelli Dreijer aka The Knife abbia suscitato un improvviso senso di vuoto e smosso diverse realtà nell'intento di colmarlo. Giungevano così in rapida successione centinaia di pretendenti con esiti tanto differenti quante possono essere le varianti di un genere in continua espansione; risulta quindi evidente che ergersi a nuova icona synth-pop raccogliendo l'eredità del duo svedese assorbito dalla sua nuova traiettoria alternative teatrale al limite del provocatorio, non poteva considerarsi impresa facile: tante le componenti, gli ingredienti e le variabili da diluire e mischiare per ottenere la ricetta giusta per sbaragliare la concorrenza. In questa direzione The Bones Of What You Believe offerto dai Chvrches è esattamente il tipo di portata che quest'anno andrà a saziare orecchie educate e meno così come l'anno passato toccò, in chiave gotica, ai canadesi Purity Ring e a breve spetterà, ne siamo certi, ad un'altra band con base Stoccolma, ossia i Kate Boy. Ciò che sorprende è che il trio scozzese, rappresentato dalla voce dolce quanto incisiva della bella Lauren Mayberry, abbia fatto centro con un prodotto estremamente "catchy" ed immediato fatto di vivaci ritornelli ed iridescenti cascate di synth, andando sapientemente a stuzzicare gli avidi appetiti un boccone alla volta incominciando con il lancio di Lies, lontano ormai un anno e mezzo, seguito a ruota da quella "addictive-track" che è The Mother We Share (omaggio a We Share Our Mother's Health targata appunto The Knife), reinventata ultimamente come singolo e subito mini-hit in Giappone e Regno Unito. Con i fari ormai ben puntati addosso frutto del New Bands of the Day del Guardian e soprattutto del quinto posto nella BBC's Sound of 2013 (vinto dalle ben più mediatiche HAIM) il trio di Glasgow calcava la mano con la preziosa luce melodrammatica di Recover diventando automaticamente uno tra gli esordi più attesi della stagione ancor più dopo che l'ultima anticipazione Gun ne evidenziava quel lato aggressivo ancora oscuro. Oggi con l'uscita di TBOWYB possiamo finalmente scostare i timori e constatare come le aspettative non siano state disattese con un'opera vitale creata a mo' di concerto con i quattro singoli nelle prima quattro tracce dispari intervallate da altrettante outsider e con la voce di Martin Doherty a fornire con Under The Tide, una ideale tregua alle corde vocali di Lauren proprio a metà album. Il primo inedito We Sink non cede un passo a livello qualitativo e si appresta a martellare le orecchie degli oggi ignari futuri acquirenti di FIFA 14 mentre il secondo, Tether, ci regala uno tra i punti più alti con il melanconico prologo della Mayberry a preparare il campo alla coppia Doherty/Cook pronta a far esplodere a metà brano un diluvio di synth battenti dal retrogusto vintage. Se la stereotipata Night Sky non risulta all'altezza a rimettere le cose a posto ci pensa Science/Vision, altra traccia dal sapore eighties, dove alla voce profonda della frontwoman fa da contraltare il tenebroso intermezzo a briglie sciolte di Doherty cui a Woodkid probabilmente non deve solo il look. Una chiusura in calando ma non priva di emozioni ci regala lo stesso Doherty in versione Anthony Gonzalez (M83) nella bucolica You Caught The Light e la forte sensazione che il percorso artistico dalla band from Glasgow non stia godendo che dei primi raggi di sole di una giornata ancora tutta da scrivere...





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