6 # sIX #
John Talabot - fIN
(Permanent Vacation)
Genere: Elettronico, House
Dal Talabot di "Sunshine" musicalmente sembra passata un'era geologica. Il producer spagnolo però non doveva aver dubbi sui suoi mezzi per abbandonare l'usato sicuro da dancefloor con un prodotto più di nicchia e meno immediato. A dispetto del titolo invece, fIN segna l'inizio di un artista completo, più attento all'estetica che al piacere effimero del revival house. E poi c'è Destiny, la classica gemma che illumina il tutto...
5 # fIVE #
Purity Ring - Shrines
(4AD)
Genere: Synth-Pop
A nostro dire la palma per il miglior album di debutto va al duo canadese che pare aver assorbito a meraviglia la lezione di un altro duo che viene dal freddo, The Knife, per regalarci un album "fresco" ed estremamente equilibrato ma allo stesso tempo potente, riuscendo a bilanciare alla perfezione melodie dream-pop a sonorità tra il witch-house ed un già sapiente e collaudato synth. Un viaggio nel mondo dei sogni...
4 # fOUR #
Crystal Castles - (III) ( recensione )
(Universal)
Genere: Indietronica, Sperimentale
Ascoltando in sequenza le tre opere del duo Kath-Glass la traiettoria sembra ben delineata con l'abbandono graduale degli 8 bit a favore di un'opera, ma stiamo sempre parlando di Crystal Castles, più quadrata e con un certo criterio nella scelta della sequenza dei brani che in ogni caso non lascia nessuno deluso perchè il repertorio c'è tutto, dal noise al melodico con tutte le sfumature Kath-iane intermedie che un amante del genere potrebbe richiedere/pretendere. Aspettative ampiamente esaudite...
3 # tHREE #
Passion Pit - Gossamer
(Columbia)
Genere: Indie-Pop, Synth-Pop
Tra gli indiependenti certamente uno tra gli album più commerciali. Ma il bello è bello in qualunque forma si presenti e Gossamer non ha smesso di incantare da luglio. Si apre con Take a Walk e ti rendi conto che sei già dentro l'album e non ne uscirai fino all'ultima traccia. Semplicità e ricercatezza ad intrecciarsi per un album che farà fatica a stancare orecchie, in questo caso lo ammetto, molto poco snob...
2 # tWO #
Chromatics - Kill For Love
(Italians Do It Better)
Genere: Synth-Pop
Un'opera colossale, quasi epica, per dimensione, 17 tracce, ed importanza. Dopo un'attesa di 5 anni i Chromatics sfornano con Kill For Love uno tra i migliori album dell'anno, perfetto in tutti gli aspetti. La cover iniziale, dopo Kate Bush tocca alla splendida Into The Black di Neil Young, e poi forse la migliore sequenza di capolavori uno di seguito all'altro per arrivare a metà album senza fiato, intermezzi musicali per riossigenare il sangue e poi ancora ad oscillare tra la voce di Ruth Radelet e quel Synth Pop oscuro e melanconico di cui non posso più fare a meno...
1 # oNE #
Tame Impala - Lonerism ( recensione )
(Modular Recordings)
Genere: Psychedelic-Pop, Dream-Pop
L'opera. Kevin Parker, ovvero il 98% dei Tame Impala, ha sfornato il capolavoro, e come spesso succede ad i geni, senza neppure sudare più del dovuto, scrivendo testi e musiche tra un volo e l'altro... Ed un viaggio lo regala anche a noi, ipnotico, o meglio, psichedelico, in cui l'ascolto diventa racconto... Raramente il miglior album regala la migliore traccia dell'anno ma Feels Like We Only Go Backwards, forse anche perchè tremendamente sentita e personale, rappresenta il gioiello più luminoso della stagione musicale cui non potremmo chiedere di meglio per concludere il nostro soggettivo sguardo sui più apprezzati doni cui l'annata indiependente ci ha fatto omaggio...
( 13 - 7 )
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