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giovedì 6 novembre 2014

REPORT // La nostra 3 giorni al Primavera Club 2014




Non perderò tempo e non lo farò perdere a voi raccontando tutto ciò che ha caratterizzato un ultimo mese e mezzo personalmente rivoluzionario, con tutta la connotazione negativa che porta con se nelle fasi del suo sviluppo e tutti i benefici di cui si spera godere una volta completata; fatto sta che se esisteva un premio che ero certo di meritare questo si chiamava Primavera Club, anticamera ancor più indipendente del nostro Primavera Sound. Tornato a sorpresa dopo i dissapori col comune catalano della stagione 2012 il PC si presentava con un cartello (proporzionalmente) sorprendente e con almeno 8 nomi per cui stropicciarsi gli occhi anche se  a smorzare parzialmente gli entusiasmi e a creare qualche dissapore  ci pensava una fascia oraria molto ristretta e diverse scelte dolorose da adoperare...
Altro ostacolo da aggirare, questo estraneo all'organizzazione, la festa aziendale di Halloween cui era "consigliato" partecipare e che ha mutilato il programma del mio giorno inaugurale. Ma ad ogni problema esiste una soluzione e ad ogni festa un'uscita di sicurezza da cui scappare. Col una scelta dei tempi da veterano giungo al meraviglioso Teatre Principal giusto in tempo per infilarmi nella saletta laterale denominata Teatro Latino (e non mi soffermerò a descrivere le due meravigliose sale citate) per vedere salire sul palcoscenico il giovane britannico William Doyle noto come East India Youth. Abito grigio, cravatta scura e fermacravatta di metallo sono già un biglietto da visita di tutto rispetto ma i venti minuti che il mio programma concedeva superano le aspettative con un'elettronica che in versione live non perde in purezza e classe a partire dalla scontata intro Glitter Recession fino alla più attesa Dripping Down, perla di Total Strife Forever con la quale, ottenuto il minimo sindacale mi dirigo verso uno tra gli obiettivi principali della tre giorni ovvero i Fear of Men. Davanti ad un pubblico che avrei immaginavo più folto il quartetto di Brighton non delude ma neanche esalta eseguendo alla perfezione l'ottimo nonchè sottovalutato Loom con la dolcissima frontwoman Jessica Weiss che mi ipnotizzava con le sue movenze in loop e chi ha visto il "live on KEXP" sa a cosa mi riferisco. Giorno inaugurale racchiuso in poco più di un'ora ma in ogni caso decisamente appagante con l'unico rammarico di non aver assaporato anche solo uno stralcio dell'esibizione del funk, tra elettronico e psichedelico del finlandese Jaakko Eino Kalevi.
Nessun ostacolo invece per il sabato del festival che inizia nella sala Apolo con il duo madrileño elettronico sperimentale Der Panther conosciuti attraverso il recente concerto dei CHVRCHES di cui erano gruppo spalla. Nascosti dentro un cubo in controluce al fine di mantenere l'anonomito e, pare, non rubare spazio alla musica, l'accoppiata della capitale regala un live che come si legge un po' ovunque rievoca i ritmi onirici di Caribou e la folle psichedelia degli Animal Collective anche se più di tutti fa tornare alla mente il recente concerto dei Darkside soprattutto nei cambi di ritmo che caratterizzavano le seconde parti di ciascuna lunga traccia. Con tutte le dovute proporzioni del caso pollice in su. Percorsa Carrer Nou della Rambla in otto minuti contati ci ritroviamo al Teatre Latino a dar sfogo alla curiosità che accompagnava il concerto delle The Coathangers dal momento che sul forum del Primavera se ne decantavano le lodi. Se il debutto omonimo delle compaesane e compagne di merende dei Black Lips (Atlanta) ci sorprendeva piacevolmente per un'attitudine al punk mai banale ed un paio di "pezzoni" il live ergeva il trio al femminile a vera sorpresa del festival. Taglienti, aggressive, totali. La batteria contundente, maneggiata con destrezza da ogni componente scandiva inesorabile 40 minuti di esibizione letteralmente divorati. Non programmato ma perfetto se devi riempire 20 minuti di buco ci sorbiamo la teatralità un po' goffa dei Woman's Hour. Il quartetto londinese pop elettronico risulta certo non sgradevole ma troppo compassato e posato per calamitare la nostra attenzione che è già rivolta ad un altro quartetto ben più incisivo. Il piano è chiaro: godere 20 minuti dei White Lung contando sulla brevità delle tracce e poi catapultarsi da Strand of Oaks. Come ogni piano ovviamente il fallimento giunge inesorabile, o quasi. Problemi tecnici ritardano di 10 minuti l'evento ed io devo accontentarmi di tre tracce con la voce di Mish Way che risulta eccessivamente risucchiata dalla foga strumentale. Nel male quantomeno ho la fortuna di apprezzare due delle tre perle del recente album Deep Fantasy con Down It Goes e Drown With the Monster. Il piano di rientro alla base Apolo invece fila liscio ed il mio ingresso nell'affascinante sala centrale coincide con l'inizio del live di Timothy Showalter aka Strand of Oaks che grazie all'eccelso Heal si è guadagnato una visibilità fino ad ora sconosciuta nonostante altri 3 album all'attivo. Sarà l'inusuale componente elettronica od il fisico non proprio statuario ma a tratti in Timothy rivedo l'alter ego rock di John Grant. L'esibizione ruota quasi esclusivamente attorno alla recente opera e con una resa straordinaria ma ciò che la rende davvero memorabile è la carica indomabile del cantautore di Philadelphia, pubblicamente redento dagli eccessi del passato, mai banale nei suoi interventi e capace di travolgere un pubblico adorante in ogni frangente. Diretto anche quando giunge il momento di abbandonare il palco non utilizza molti giri di parole per confermare la sua presenza al nostro amato festival primaverile. Ed il nostro bis è già in agenda.
Se il nostro resoconto fino ad ora vi sembra trasudare entusiasmo sappiate che il meglio giungerà proprio con il programma domenicale. Spinto dalla curiosità, dall'assenza di alternative convincenti e, ahimè, anche dall'ottima recensione della rivista P4k decido di concedere una chance agli australiani Movement sebbene il poco materiale rilasciato non mi abbia mai convinto appieno. I 35 minuti di live ribaltano ogni giudizio ipnotizzando totalmente il qui scrivente e tutto il numeroso pubblico presente al Teatre Principal. Se la presenza scenica (nonchè l'abbigliamento) ricorda un po' The XX, tutto il resto risulta squisitamente unico: soul elettronico spoglio ma allo stesso tempo vibrante ed incisivo nella sua cadenza ritmica con la voce di Lewis Wade capace di penetrare in ogni fessura presente saturando l'ambiente di un'intimità inattesa ed insperata. Giusto il tempo di fiutare la meritata standing ovation finale e sono già in strada direzione Apolo. L'imminente Club To Club rende sopportabile il forfait per la performance dei Jungle che sarebbe avvenuto in ogni caso dal momento che nella mia personale scala di gradimento l'accoppiata Alvvays/Ought  risulta inarrivabile. I primi, come già successo per i Fear of Men, non hanno che da trasferire in versione live le incantatrici melodie (anche qui un po' sottovalutate dalla critica) del loro ottimo debut album. La voce di Molly Rankin impiega un paio di brani per incontrare il giusto registro dopo di chè snocciolate le diverse perle dell'album il quartetto canadese ci regala un assaggio del nuovo materiale che con un'unica eccezione sembra mancare dell'usuale mordente. Ci pensa in ogni caso il degno epilogo con Archie, Marry Me a rimettere le cose a posto. Mi godo l'ultima portata del Primavera Club como farei con un dessert al termine di una cena abbondante ed impeccabile, ovvero come una sorta di premio. Iniziato con un inusuale ritardo di 10 i canadesi Ought ci ripagano con gli interessi snocciolando in maniera quasi teatrale le diverse perle post-rock di quel signor debut album che è More Than Any Other Day. A sorprendere oltremodo il front-men Tim Beeler: personalità da star, chitarra impeccabile e voce davvero unica nel panorama. Ancora applausi a scena aperta, prolungati oltre modo, quasi a volervi includere tutti coloro che hanno reso possibile la festa che le nostre orecchie hanno ospitato in questi tre giorni davvero troppo rapidi...














giovedì 4 settembre 2014

NEWS // Il Primavera Club torna a Barcelona! La line-up e tutte le informazioni





E dopo appena un anno di esilio forzato il Primavera Club torna dove è nato e cresciuto ed è giusto stia, e lo fa con la classe a cui ormai ci possiamo dire abituati. 44 gruppi riempiono il cartellone che dal 31 ottobre al 2 novembre appagherà un pubblico esigente ed attento alle tendenze del momento. Tra i tanti citiamo perchè personalmente e, quasi universalmente acclamati, Alvvays, Fear of Men, Ought, Jungle, Strand of Oaks, White Lung o Perfect Pussy che già da soli varrebbero l'esiguo prezzo dell'abbonamento. 25 € per l'abbonamento 3 giorni oppure 15, per gli ingressi giornalieri sono un costo che invoglia a gettarsi nella mischia e a marcare presenza nelle abituali location  tanto care all'organizzazione: Apolo, La [2] de Apolo, Teatre Principal, El Teatro Latino ed infine Sidecar.
Qui trovate già il sito dell'evento che non fa mancare nulla, compresa la programmazione per giorni, la vendita ingressi ed un playlist già pronta per accelerare il ripasso pre-evento...






venerdì 1 agosto 2014

BEST VIDEOS // I migliori 5 video della settimana (W31)





fIVE // Real Estate - Had To Hear

Dopo l'indiscusso successo con Atlas i Real Estate si apprestano a rilasciare ora il singolo Had to Hear in edizione limitata (25 agosto via Domino) e per l'occasione regalano alla traccia un video tutto suo. E' Richard Law ad occuparsi di riassumere con una serie d'immagini il tour della band a Mexico City tra lunghe passeggiate, bei paesaggi ed un salto nei costumi locali, tutto in forma rilassata, un po' come richiesto dal mood del brano...






fOUR // Mac DeMarco - Chamber of Reflection

Il nuovo video del cantastorie canadese Mac DeMarco non si discosta più di tanto da quello che è il tipico marchio di fabbrica. Nelle immagini che accompagnano Chamber of Reflection, traccia estratta dal recente Salad Day, troviamo infatti il classico stile goffo registrato in rigorosa modalità VHS, il tutto reso ancora più marcato dalla lentezza del brano che viaggia a metà giri. Come se non bastasse ecco una prorompente donna con le fattezze di Homer Simpson che si aggira per Brooklyn...






tHREE // Strand of Oaks - Same Emotions

Solo poche settimane fa Timothy Showalter aka Strand Of Oaks ci regalava con HEAL la sua migliore opera, giustamente acclamata da più parti. Forse conscio del successo ormai palpabile il cantautore e produttore dell'Indiana ci offre ora un nuovo video dopo quelli per Goshen '97 e Shu In. Scritto e diretto da Austin M.​ Kearns il clip per Same Emotions si rivela un piccolo horror movie di periferia con lo stesso Showalter ad impersonare un barman dalle doti non comuni...






tWO // Beck - Heart Is A Drum

A tenere vivo il ricordo del positivo ritorno di Beck con Morning Phase ci pensa ora il video per la traccia Heart Is A Drum in esso contenuta. Diretto dall'icona Sophia Muller (con centinaia di clip alle spalle) in un suggestivo quasi gotico b/n rivediamo un Beck di nuovo alle prese con i ricordi del passato vagare in una desolata casa di campagna. Tante presenze singolari e diversi riferimenti al celebre video per Loser che ormai ha varcato i 20 anni...






oNE // Son Lux - Lanterns Lit

Forse autore di un album in parte sottovalutato l'artista pop sperimentale Ryan Lott aka Son Lux torna a dar luce alla sua ultima opera Lanterns con il meraviglioso video per la quasi title-track in essa contenuta, Lanterns Lit. Diretto da SJ Finlay nel sudest asiatico il clip si concentra sull'attenzione prestata dalla comunità al lancio di un razzo nello spazio, anche se a trionfare in questi tre minuti sono i paesaggi che lo accompagnano...




(Week 30)          (Week 32)  

giovedì 24 luglio 2014

REVIEW // Giugno 2014


Sebbene con un leggero ritardo dovuto prevalentemente al nostro trasferimento in quel di Barcelona ed alle relative scartoffie da sbrigare eccoci al nostro consueto resoconto mensile di un giugno forse non caldissimo fa certamente neanche avido di soddisfazioni. A trionfare, confermando una stagione in cui sembrano essere gli outsider a farla da padrona, il collettivo capeggiato da Ben Daniels con sede Philadelphia (anche se il resto dei componenti è dislocato ai quattro angoli del globo) dei A Sunny Day In Glasgow che sfornano con Sea When Absent la loro quarta nonché miglior opera, trattata lungamente nella nostra fresca recensione. Il primo ascolto del post Primavera Sound è dedicato al fresco nuovo prodotto della post-punk revival band newyorkese dei Parquet Courts (caldissimi candidati al PS15) con Sunbathing Animal (voto 7): prodotto dall'indubbia peculiarità al cui iniziale fascino fa spazio un senso di dejavù che si trascinerà a lungo facendo spazio a qualche vuoto ma anche a diverse perle dalle cadenze divergenti come Black and White e What Color Is Blue oltre ai due ottimi singoli Sunbathing Animal e Instant Disassembly. Dopo è toccato all'aurea della bella Lana Del Rey con il peso dell'eredità del prezioso (quantomeno commercialmente) Born To Die sulle spalle di Ultraviolence (7) che tiene botta pur senza le "hits" del precedente ma con una maturità ed una costanza che fanno da contrappeso ed una vena autodistruttrice che palesano un coinvolgimento più intimo in un'opera che vede tra le sue gemme più rappresentative oltre alla title-track, West Coast, Sad Girl e la nostra preferita, Money Power Glory. Altro nome che certo non necessita di presentazioni, Jack White prosegue il suo percorso solitario con Lazaretto (7) che appare un nuovo laboratorio di sperimentazione allargando e rifiendo il proprio filone implementando al proprio riconoscibile stile nuove trame funk (Three Women) e country (Temporary Ground) accompagnate da massiccia dose elettronica (Lazaretto). Un disco certo non definitivo quanto piuttosto di transizione ma che lascerà poche orecchie deluse. Di difficile interpretazione, per diversi motivi il nuovo lavoro dei Kasabian con 48:13 (6). Quello che sembra un album di rottura che vede davvero pochi punti di contatto con il passato (stevie e poco altro) appare per lo più approssimativo e talvolta addirittura sempliciotto. Il meglio va probabilmente ricercato nella suo approccio pop-hooligans (bulblebeee, domsday, eez-eh) forse non incisivo ma almeno coinvolgente. Rivedibile anche l'apporto elettronico (explodes a parte) che invade la seconda parte dell'album e che sembra sul punto di rapirti senza mai arrivare a farlo. Stesso discorso fatto per la band di Leicester calza a pennello anche per i londinesi Klaxons con Love Frequency (6-) a cui non basta il supporto di James Murphy e Tom Rowlands dei Chemical Brothers per rendere vincente il ritorno atteso da 4 anni. Se l'inizio con New Reality ed in parte anche There Is No Other Time raccolgono consensi per il loro approccio dance-floor diretto e pulito, la parte centrale dell'album presenta voragini creative preoccupanti ed imbarazzanti e solo un finale in crescendo riesce a strappare una risicata (e forse regalata) sufficienza. Da chi era lecito attendersi di più era certamente Sam Smith, cantautore brit giunto alla ribalta per aver prestato la voce alla Latch dei Disclosure e regalato la luminosa hit Money On My Mind. Il resto se non è noia è quantomeno ridondanza. Il repertorio a cavallo tra soul & R&B dopo un promettente inizio rinfocolato anche dalla graziosa Good Thing va inesorabilmente spegnendosi, ripetendo schemi già visti e di fattura ben più pregiata (Adele, Emily Sandè). Chi invece di ritmi compassati e climi mesti e melanconici è diventato maestro è Tom Krell meglio noto come How To Dress Well in grado ogni due anni, dal 2010, di farci fermare a riflettere ammaliati da sonorità e tematiche sempre attuali. Quest'anno tocca a What Is This Heart? (7,5) dall'immutato stampo R&B legato a cupe sonorità elettroniche ed ambientazioni fantasmagoriche talvolta desolate ma mai piatte. Sebbene l'opera appaia come la più ambiziosa del cantautore americano sembrano mancare le classiche due gemme (che in Total Loss furono Cold Nites e & It Was U) per regalargli la nomea del capolavoro pur considerando Face Again, Repeat Pleasure o Words I Don't Remember di solo un gradino inferiori. Parlando di malinconia il collegamento con The Antlers viene immediato. Con Hospice che rimane una delle colonne dell'ultimo lustro gli ultimi lavori della band newyorkese suscitano su di noi un retrogusto quasi insipido. Anche cercando di estrapolarlo dai nostri ricordi Familiars (6,5) rimane un'opera gradevole almeno quanto omogenea nella sua estrema intimità quasi Silberman e soci dopo il successo riscosso volessero tornare in quel rifugio chiamato anonimato. I due singoli Palace e Hotel in tal senso rappresentano appieno l'identità dell'album.
A confermarsi costante di quest'annata di transizione sono ancora gli outsider ad impreziosire il mese. Partendo dalle atmosfere più soft (ma non troppo) sorprende il ritorno di Timothy Showalter aka Strand of Oaks che giunto alla quarta prova ci regala con HEAL (7,5) quello che rappresenta probabilmente il suo miglior prodotto nonché quello che, a parte la lirica non sempre incisiva, rappresenta quasi un testamento della musica folk americana adattata ai tempi ed alle circostanze. Goshen '97 apre e travolge, Shut In e Woke Up To The Light commuovono, e giunti alla eclettica JM siamo già completamente conquistati. Spostandoci più a nord e valicando il territorio canadese veniamo investiti fisicamente dal prezioso nuovo (terzo) lavoro dei White Lung con Deep Fantasy (7,5) attualmente in miglior lavoro noise rock del 2014 e che, nonostante le sonorità fragorose, riesce ad essere immediatamente accessibile anche grazie alla lunghezza esigua delle tracce (e dell'album), alla lirica intrigante ed alle numerose gemme che stipano soprattutto la prima parte dell'opera tra cui spiccano Drown With The Monster, Down It Goes e la meravigliosa Face Down (da noi premiata come miglior traccia della prima metà di stagione). Sicuri di se stessi ed in "totale controllo" un'altra gradita sorpresa sono i Total Control che con Typical System (7) mettono sul piatto un'opera anticonvenzionale ed abrasiva che attraversa con nonchalance postpunk, hardcore, krautrock e tutti i sottogeneri correlati con una venatura quasi eroica senza dimenticarsi i classici pezzoni ad offrire un ulteriore valore aggiunto, Flesh War su tutti senza dimenticare Glass e Expensive Dog. Degno di menzione e decisamente poco battuto sul nostro territorio il nuovo lavoro del duo scandinavo Lust For Youth che offre con International (6,5) un break synth-pop godibile anche se lontano, eccetto rari casi, dalla venatura fortemente dark-wave cui ci aveva abituato ed è un peccato perchè Epoetin Alfa in tal senso risulta di gran lunga la traccia più piacevole. In una stagione che, rispetto ad un 2013 elettronico esagerato viaggia a ritmo ridotto, il nuovo lavoro di Lone con Reality Tasting (7) va raccolto come un dono. Messo alle spalle l'ottimo Galaxy Garden Matt Cutler rispolvera la vecchia passione per le ritmiche hip-hop pur mantenendo inalterato come nel caso Aurora Northern Quarter  e 2 Is 8 l'inconfondibile tocco sensuale ed ipnotico.





(Maggio 2014)              (Luglio 2014)               

martedì 11 febbraio 2014

CONCERTI // Tutte le migliori band che faranno tappa nel nostro stivale in questo fine 2014 (e inizio 2015)




Nella fulgida speranza che qualcosa si muova nel mondo dei festival nostrani, capaci comunque di regalare discrete soddisfazioni attraverso realtà non particolarmente strutturate ma ottimamente organizzate (vedi Spring Attitude, Ypsigrock, Dancity, Siren Festival, roBOt), ecco un elenco il più completo possibile dei concerti vicini all'identità della nostra webzine che si terranno nel nostro stivale nei prossimi mesi...



Angel Olsen
02 ottobre 2014 - Biko, Milano (with Rodrigo Amarante)
03 ottobre 2014 - Covo Club, Bologna (with Rodrigo Amarante)

Alt-J
15 febbraio 2015 - Alcatraz, Milano

Caribou
07 novembre 2014 - Club To Club, Torino

Chet Faker
04 novembre 2014 - Tunnel Club, Milano
05 novembre 2014 - Club To Club, Torino

Cold Cave
16 ottobre 2014 - Locomotiv, Bologna
17 ottobre 2014 - Circolo degli Artisti, Roma
18 ottobre 2014 - Pulse @ Spazio Aereo, Venezia

Crystal Fighters
20 settembre 2014 - Atlantico Live, Roma

Death From Above 1979
17 ottobre 2014 - Covo Club, Bologna

East India Youth
12 dicembre 2014 - Urban Club, Perugia

Einstürzende Neubauten
28 novembre 2014 - Auditorium Manzoni, Bologna
29 novembre 2014 - Auditorium RAI, Torino
30 novembre 2014 - Auditorium Parco della Musica, Roma

Fear of Men
14 ottobre 2014 - Ohibò, Milano
15 ottobre 2014 - Circolo degli Artisti, Roma
16 ottobre 2014 - Mattatoio Club, Carpi (Modena)

Future Islands
14 novembre 2014 - Locomotiv Club, Bologna
15 novembre 2014 - Circolo degli Artisti, Roma
16 novembre 2014 - Tunnel Club, Milano

How To Dress Well
05 novembre 2014 - Club To Club, Torino
06 novembre 2014 - Circolo degli Artisti, Roma

Honeyblood
11 ottobre 2014 - Covo Club, Bologna

Interpol
30 gennaio 2015 - Fabrick, Milano

Lamb
17 novembre 2014 - New Age Club, Roncade (TV)
18 novembre 2014 - Circolo degli Artisti, Roma
19 novembre 2014 - Magazzini Generali, Milano

Liars
15 ottobre 2014 - Circolo Mame, Padova
17 ottobre 2014 - Init, Roma
18 ottobre 2014 - Locomotiv, Bologna
19 ottobre 2014 - Tunnel Club, Milano

James Holden
19 settembre 2014 - Rebel Rebel, Roma
20 settembre 2014 - roBOt festival c/o Teatro Comunale, Bologna

James Vincent McMorrow 
17 ottobre 2014 - Biko Club, Milano

Kasabian
31 ottobre 2014 - Palalottomatica, Roma
01 novembre 2014 - Mediolanum Forum, Milano

Kelela
07 novembre 2014 - Club To Club, Torino

Marissa Nadler
26 settembre 2014 - Bronson, Ravenna
27 settembre 2014 - Palazzo del Governatore, Parma
28 settembre 2014 - Anfiteatro del Venda, Padova
30 settembre 2014 - The Rowing Sessions, Torino

Mac DeMarco
30 novembre 2014 - Circolo Magnolia, Segrate (MI)

Merchandise
12 novembre 2014 - Biko Club, Milano
13 novembre 2014 - TBA, Roma
14 novembre 2014 - Covo Club, Bologna

Moderat
25 ottobre 2014 - roBOt festival @ Bologna Fiera, Bologna

Morrissey
13 ottobre 2014 - Atlantico Live, Roma
16 ottobre 2014 - Teatro Linear, Milano
17 ottobre 2014 - Paladozza, Bologna
19 ottobre 2014 - Palazzetto dello Sport "Giovanni Paolo II", Pescara
21 ottobre 2014 - Obihall, Firenze
22 ottobre 2014 - Gran Teatro Geox, Padova

Mount Kimbie
14 settembre 2014 - Magazzini Generali, Milano

Ought
06 novembre 2014 - Ohibo, Milano
07 novembre 2014 - Circolo Degli Artisti, Roma
08 novembre 2014 - Covo, Bologna

Perfume Genius
07 settembre 2014 - Circolo Magnolia, Segrate (MI)
08 settembre 2014 - Circolo degli Artisti, Roma
09 settembre 2014 - Locomotiv Club, Bologn

Sharon Van Etten
06 dicembre 2014 - Locomotiv, Bologna
07 dicembre 2014 - TBA, Roma
08 dicembre 2014 - Salumeria della Musica, Milano

SOHN (w/ Fyfe)
03 ottobre 2014 - Circolo degli Artisti, Roma
04 ottobre 2014 - Tunnel Club, Milano

SBTRKT
08 novembre 2014 - Club To Club, Torino

St. Vincent
16 novembre - Auditorium Parco della Musica, Roma
17 novembre - Alcatraz, Milano

Son Lux
03 dicembre 2014 - Circolo degli Artisti, Roma

Strand of Oaks
17 ottobre 2014 - Mattatoio Club, Carpi (Modena)
18 ottobre 2014 - Bronson, Ravenna
20 ottobre 2014 - Ohibò, Milano

Swans
09 ottobre 2014 - Hiroshima Mon Amour, Torino
10 ottobre 2014 - Estragon Club, Bologna
11 ottobre 2014 - Circolo degli Artisti, Roma
12 ottobre 2014 - Alcatraz, Milano

The Growlers
01 novembre 2014 - Mattatoio Culture Club, Carpi (MO)

The Orwells
04 novembre 2014 - Covo Club, Bologna

The Raveonettes
31 ottobre 2014 - Covo Club, Bologna
01 novembre 2014 - Circolo Magnolia, Segrate (MI)

Tim Hecker
19 settembre 2014 - Bastione Alicorno, Padova
20 settembre 2014 - Teatro Colosseo, Torino
21 settembre 2014 - Auditorium, Foligno (PD)
24 settembre 2014 - Wakeupandream, Napoli

Todd Terje
13 settembre 2014 - MTV Digital Days/ C2C14, Venaria Reale (TO)

TY Segall
30 ottobre 2014 - Locomotive Club, Bologna
31 ottobre 2014 - Artisti Atlantide, Rome
01 novembre 2014 - Interzone Art Center , Venezia

Tycho
20 ottobre 2014 - Estragon, Bologna






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