lunedì 10 febbraio 2014

PS14 // Programma alternative e playlist del giovedì al Primavera Sound 2014




Andando ad escludere i nomi annunciati come headliners e quelli a ridosso di essi, di cui molto già si conosce e di cui in ogni caso parleremo abbbondantemente in fututro, ecco quali sono i rincalzi, alcuni di lusso, che potrete godere tra la usuale policromatica offerta musicale proposta incominciando dalla giornata inaugurale. Gli statunitensi Real Estate si possono considerare di diritto primi nella lista degli outsider: rock solare già apprezzato sullo stage del Primavera (2012), copertine conquistate grazie allo splendido Days del 2011 ed un album in rampa di lancia, Atlas, che promette fuochi d'artificio. A cercare di emularne il tragitto i newyorkesi Caveman che con l'ultimo omonimo album sembrano aver trovato il giusto compromesso tra un pop luminoso ed un folk più intimista. Scendendo più in meridione il continente sud-americano ci offre una delle promesse indie-rock brasiliane più calde con i Single Parents, quartetto influenzato da tutte le sfumature nineties del genere ed autori di un unico album, Unrest. Dalle ande invece arrivano i Follakzoi, terzetto cileno che porta la propria musica molto al di fuori dei confini nazionali con un krautrock mitteleuropeo dalle venature psichedeliche anche se elaborate in maniera del tutto personale. Tra i progetti più suggestivi A Winged Victory For The Sullen, unione tra il pianista e compositore Dustin O’Halloran e Adam Wiltzie dei Stars Of The Lid che offrono un'intrigante rilettura in chiave moderna delle leggi della musica classica. Di ritorno sui palchi del Forum l'elettronica sospesa della statunitense Merisow aka Glasser che dopo il brillante esordio con Ring elabora ora con Interiors un proprio mondo ovattato e surreale dall'immutato fascino. E' un meltin pot di suoni e colori quello che accompagna il sound dei sudafricani John Wizards che offrono con il loro omonimo debutto un mix vincente tra dub reggae, R&B, classical, jazz, high-speed African dance music, electro-pop, tropicalia, folk, Congolese rumba, Mali meditative music e chi più ne ha più ne metta. Torna a Barcelona un pezzo di Tame Impala con il progetto satellite Pond: due membri della band di Perth, chitarre esplosive, synth scintillanti che convoglieranno nel venturo Man, It Feels Like Space Again. Altra promessa del subcontinente australiano i Gang of Youths autori di un solo singolo (Evangelists) ma il cui pop epico è valso paragoni ingombranti e l'apertura dei concerti dei Vampire Weekend. Per classe i Majical Cloudz di Devon Welsh, già collaboratore della compatriota Grimes, potevano tranquillamente apparire tra gli headliners. Musica per sottrazione scandita dalla profondissima voce di Devon autore con Impersonator di un album intimo e suggestivo. I suoni che provengono dall'estremo oriente non sono certo riconducibili al nostro immaginario collettivo dal momento che i Bo Ningen (noti per un'apparizione alla Biennale di Venezia del 2011) hanno all'attivo due album che affonda nell'acid punk più radicale. La casella jazz, anche se in forma per lo più sperimentale la riempie Colin Stetson, collaboratore abituale e membro degli Arcade Fire versione tour, che nei tre New History Warfare offre un delizioso repertorio dell'eleganza che gli è valsa anche la chiamata di Jeff Mangum per gli All Tomorrow's Parties del 2011. Per i più datati anche veterani  quali Julian Cope ed il suo collaudato post-punk e Charles Bradley, vera icona funk/soul/R&B del nuovo continente. L'abbondante offerta elettronica ci propone una tra le stelle emergenti del panorama britannico con le sonorità house, atmosferiche ed introspettive (un po' talabottiane) di Mike Greene aka Fort Romeau noto per la collaborazione con LaRoux e che ora brilla di luce propria dopo il fenomenale EP Stay / True. Seppur con leggero ritardo sbarca il catalunya anche il live ombroso e suadente al limite del peccaminoso del producer di Manchester Andy Stott pronto a mettere sul piatto i ritmi compassati ed avvolgenti dell'album Luxury Problems datato 2012. Sorpresa dell'anno trascorso l'esordio del produttore del Rhode Island James Hinton aka The Range che con Nonfiction regala un lavoro fuori dagli schemi che ondeggia e cavalca con naturalezza tra hip-hop, elettronica, drum & bass, footwork creando un genere a se stante. Dal respiro fortemente internazionale è l'elettronica dei catalani Lasers un trio che tra house, acid e chillwave promette uno tra i live più coinvolgenti del recinto. Le suadenti sperimentazioni elettro hip hop strumentali su base elettronica sono invece la base del successo di Lunice Fermin Pierre II, già parte del defunto (così parrebbe) progetto TNGHT insieme al collega Hudson Mohawke. Su Julio Bashmore dovrebbe esserci poco da dire: il produttore di Bristol, autore di perle come Au Seve, dopo un biennio di apparente immobilismo pare essere tornato per riprendersi le luci della ribalta anche se ancora si ignorano i progetti per questo 2014 che potrebbero condizionare la tipologia di live prevista. Venendo finalmente alle cose di casa nostra LNRipley è il progetto torinese sorto nel 2006 e caratterizzato da contaminazioni drum'n'bass, punk ed elettroniche vagamente Bloody Beetroots. Tra i membri della band spicca Enrico Matta alias Ninja , batterista dei Subsonica.
Ovviamente foltissima la presenza nazionale, o ancor meglio, regionale, tra cui segnaliamo oltre ai già citati Lasers, i pupilli di casa e veterani della scena post-hardcore Standstill, i freschissimi Wind Atlas autori di un pop folk oscuro ed enigmatico ed il più caratteristico folk catalano di El Petit del Cal Eril, per chi volesse farsi travolgere dalle atmosfere locali. A farci ballare ci sarà il dj resident del Nitsa Club Shelby Grey che proporrà i suoi lavori house-pop influenzato dalle sonorità anni '80...

(venerdì)                 (sabato)



(Venerdì)            

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