mercoledì 26 febbraio 2014

PS14 // Programma alternative e playlist del sabato al Primavera Sound 2014




Chi pensa di poter rifiatare l'ultimo giorno di festival dopo una due giorni decisamente impegnativa dovrà arrendersi ad un cartellone che anche escludendo headliners e outsider molto prossimi offre un ventaglio di scelte da leccarsi i baffi, tanto che si potrebbe organizzare il proprio sabato senza i cosiddetti nomi di grido e uscirsene dal Forum comunque più che paghi. Ricreando nella nostra mente un programma davvero alternativo sicuramente non mancherebbe il duo elettrofunk canadese Chromeo noti per una Night by Night estratta da Business Casual (2010) che ha imperversato a lungo nelle radio e prossimi alla pubblicazione dell'album White Women anticipato da singoli intriganti come Come Alive (feat Toro Y Moy) ed in passato autori di remix di pregio tra cui uno tra tutti quello per The Kids Don't Stand a Chance dei Vampire Weekend. Tra gli imperdibili figura anche il rock duro ma educato dei Cloud Nothings del leader Dylan Baldi, autori nel 2012 con Attack on Memory (sotto la supervisione di Steve Albini) di uno tra i migliori lavori dell'anno e pronti a dimostrare che la vena creativa è ancora viva con l'imminente Here and Nowhere Else. Chi invece il 2014 lo ha già bagnato con un nuovo album e con esito positivo è Dee Dee Penny con il variegato indie pop (talvolta dreamy talaltre aggressive) delle Dum Dum Girls che trova grazia in Too True, ad oggi probabilmente il miglior lavoro del quartetto californiano. Dalla costa del Pacifico a quella atlantica, giungendo ad un prodotto non troppo dissimile, ecco la ex Vivian Girls Katy Goodman, ora sotto le spoglie di La Sera, ondeggiare con naturalezza tra le varie sfumature del pop che non di rado sfora nel punk e nel garage così come testimonia l'album di debutto Sees The Light del 2012. Nel nostro tour lungo il continente nord americano torniamo a sconfinare nel Canada per incrociare il quartetto degli Islands capitanati da un Nick Thorburn che in base ad umore ed eventi personali varia la natura del progetto. Ski Mask del 2013 dopo le sonorità riflessive del 2012 torna a far rivivere con esiti alterni quel pop deciso anche se talvolta un po' nostalgico degli esordi. Di nuovo Stati Uniti ed ancora californiana, questa volta San Francisco con il rock psichedelico di un Ty Segall che a dispetto della giovane età (classe '87) deve certo essere annoverato tra i veterani del palco sia per quantità di album pubblicati (come solista 6 in 6 anni) sia per il numero di progetti che tiene in piedi dall'alto della sua classe (Ty Segall Band, Sic Alps, Fuzz, The Traditional Fools). San Francisco è anche il luogo ideale per sorvolare il Pacifico e dedicare un po' di spazio alle due presenze dal continente oceanico. Per cavalleria iniziamo con l'australiana Courtney Barnett, cantautrice arguta dalla lirica talvolta sconnessa e farneticante ma allo stesso tempo penetrante come dimostra il successo riscontrato con i suoi album ed in particolar modo con il recente How to Carve a Carrot into a Rose della passata stagione che le sono valse accostamenti ingombranti quali PJ Harvey e Bob Dylan. Chi di sconnesso non ha soltanto la lirica è invece il neozelandese Connan Mockasin, geniale promotore di un pop dalla struttura onirica che accarezza la psichedelia ed il soul tanto nel fortunato Forever Dolphin Love quanto nel più recente Caramel del 2013. Di ritorno nel nuovo continente ancora per qualche tappa incominciamo dai Cold Cave a cui spetterà verosimilmente il compito di movimentare la nottata vista, al momento, la relativa carenza di beat elettronici, almeno a confronto dei primi due giorni (tre se consideriamo che Jamie XX ed i suoi amici ci attenderanno mercoledì notte al Teatre Principal per farci sgranchire le gambe). A capo del progetto un Wesley Eisold capace di creare un perfetto collage tra darkwave, synthpop e sonorità noise che hanno fruttato due LP, Love Comes Close (forse qualcuno ricorda Life Magazine come colonna sonora di PES2012), Cherish The Light Years e, in futuro più o meno prossimo, l'atteso Sunflower. A rinfrescare i (ci auguriamo) soleggiati pomeriggi catalani l'indie-pop brillante e tiepidamente spensierato dei newyorkesi Hospitality che si sono prefissati con il secondo album Trouble l'obiettivo di confermare, anche in versione live, le buone premesse dell'esordio. Il sabato sarà anche il giorno dedicato agli amanti del rap che oltre alla stella Kendrick Lamar potranno colmare il proprio animo con la giovane stella Earl Sweatshirt che sbarcherà a Barcelona per presentare il suo debutto Doris forte del biglietto da visita che segnala tra le collaborazioni Frank Ocean, Tyler The Creator (suo scopritore) e Vince Staples. Chiudiamo il capitolo USA con il ritorno discreto e per questo ancora più accattivante dei The Dismemberment Plan, indie rockers effervescenti con 4 album all'attivo fino al 2001 ed ora tornati con un non indimenticabile nuovo lavoro, Uncanney Valley. Finalmente in Europa ecco tra la manciata di artisti non iberici il ritorno di Daniel Blumberg: dismessi i panni di leader degli Yuck il talento inglese si presenta sotto il moniker di Hebronix per presentare il placido e meditativo rock di Unreal. Ad alzare il ritmo ci penseranno i gallesi Helen Love autori di un punk gioioso e danzereccio forse non troppo raffinato ma certo mai noioso. A rappresentare l'Italia ci penseranno i JunkFood progetto acustico/elettronico sorto a Bologna che condensa in se diversi generi, dal mathcore, all'ambient, fino all'Avant Jazz mantenendo come leit motif uno sfondo ombroso e cupo come dimostra in maniera incontrovertibile l'ultimo lavoro The Cold Summer of the Dead.
Se come si diceva precedentemente l'offerta dance del sabato (in attesa di rinforzi, chessò, un Todd Terje...) risulta un po' debole, a maggior ragione Daniel Avery rappresenta l'evento imperdibile per gli amanti del genere. Nuova stella nascente della scena UK l'autore di Drone Logic si dovrà far carico di allietare l'avido pubblico del forum con la sua ricetta a base di deep-house ed influenze rock che un paio di decadi fa innalzavano alla gloria Underworld e Orbital. In attesa che Dj Coco dall'alfiteatro del Rayban chiuda l'edizione 2014 del Primavera Sound potete concedere una chance ad altri pinchadiscos di casa come Marc Piñol o Dani Baughman
Tra i prodotti della penisola iberica meritevoli a nostro vedere di una possibilità annoveriamo il rock elettronico vagamente krautrock dei valenciani Jupiter Lion, il postpunk ricco di influenze britanniche dei baschi Belako e la convulsa ritmica rock sperimentale dei padroni di casa e veterani dell'evento Za!

(giovedì)              (venerdì)         





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