lunedì 12 agosto 2013

REVIEW // Washed Out - Paracosm


Genere: Dream Pop, Chillwave
Etichetta: Sub Pop / Weird World
Pubblicazione: 12 agosto 2013
Voto: 7,5


Il titolo dell'album ed in parte anche la cover ci mostrano chiaramente l'obiettivo del sophomore di Ernest Greene, non troppo distante da ciò che già si proponeva l'album di debutto, ovvero trasportarci in un mondo immaginario, parallelo, con le sue regole e la sua storia, anche se in questo caso con sfumature decisamente diverse, più sobrie e solari. Tanti sono i punti che rendono Paracosm parente stretto di Within And Without quanti quelli che nella sfera greeniana lo rendono invece una piccola rivoluzione, in primis l'addio al genere chillwave, nella forma almeno perchè nella sostanza in pochi lo direbbero. Se così come definito a suo tempo dal Hipster Runoff il genere chillwave etichettava il musicista solitario che creava musica lo-fi utilizzando synths tardo anni '80 e flussi vocali tipicamente shoegaze ecco che tanto appropriata calza tale enunciazione per l'esordio quanto si discosta dalla neonata opera con un Greene che si affida a niente meno che 50 strumenti al fine di rendere il suo mondo ultraterreno il più reale possibile con un concerto di archi e percussioni in piena regola. Ciò che realmente tronca in qualche maniera la continuità con l'opera precedente, in parte anche a livello qualitativo, è senza dubbio l'essenza dell'album, più gioioso, sereno, brillante, rispetto alla cupezza sensuale ed un po' dannata del capolavoro (per molti, noi compresi) Within And Without. E la storia così come la vita ci insegna che l'aura del dannato rende tutto più affascinante e ricercato: Rosso Fiorentino, Caravaggio, John Keats, PB Shelley, Jackson Pollock, James Dean, Kurt Cobain... le arti ne sono stracolme... Difficile allora capire cosa abbia gettato tale luce nel mondo di Washed Out; probabilmente è stato sufficiente allontanarsi sei mesi dal caotico viavai di Atlanta a favore delle campagne di Athens in compagnia dell'amata moglie. Sta di fatto che qualunque neofita messo dinnanzi alle tracce delle due opere non avrebbe difficoltà a separarle nella maniera corretta, a partire dalla Entrance che ci apre le porte della radiosa foresta di Paracosm fatta di animali esotici e rigogliosa vegetazione. I due singoli già noti, It Feels All Right e Don't Give Up, già solo dal titolo si presentano come altrettanti veri inni alla gioia. Con Weightless ecco il primo reale salto nel passato proprio quando le sonorità e la voce aumentano di sensualità senza mai raggiungere tuttavia i livelli del predecessore. All I Know rappresenta la traccia centrale dell'album, forse singolo per eccellenza, fatto di luce, ritmo, colore ed un ritornello più che orecchiabile. Con Great Escape e Paracosm le tinte si fanno più tenui e vicine ai colori del tramonto equatoriale ma siamo distanti dal lento declino perchè ci pensa Falling Back con la sua tonante batteria ad accendere il fuoco sulla nostra spiaggia tropicale ed invitarci ad un ultimo ballo prima che il dolce assolo di piano che proviene delle più remote foreste ci accompagni alla più Within And Without delle tracce; in tutti i sensi perchè il richiamo alla traccia finale del primo LP (appunto Within And Without) è abbastanza evidente in All Over Now. Dolce e melanconico come tutte le cose belle che giungono al loro termine...
It All Feels Righte Don’t Give Up







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