martedì 20 ottobre 2015

CHART // I nostri 7 imperdibili del Primavera Club 2015




Eccoci nella settimana che ci conduce alla tre giorni del Primavera Club versione 2015, fratello minore del nostro amato festival ma che ne riflette (sebbene in maniera più intima) completamente lo spirito e ci invita a scoprire i nuovi talenti emergenti europei, alcuni noti, altri non proprio sconosciuti ed, ebbene sì, una discreta manciata di cui ignoravamo l'esistenza. Quindi stimolati dalla nuova sfida attiviamo i nostri recettori e tra i 39 nomi che calcheranno i palchi delle 2 location (entrambe doppie, per un totale di 4 palchi) ecco qui i nostri 7 suggerimenti (avrebbero potuto essere almeno una decina) che potrete godere senza rischiare incroci pericolosi...
E chissà che qualcuno non lo possiate apprezzare in una calda e ventilata serata primaverile...

(clicca qui per orari e playlist)


Empress Of - Me (Terrible Records, 2015)

Certamente tra gli immaginari head-liners non potrebbe mancare la californiana di origine hondureña Lorely Rodriguez, ormai nota quasi esclusivamente come Empress Of, salita agli onori della cronaca grazie al pop-elettronico atemporale del debut album Me che la rende un ibrido Bjork-grimesiano o forse, ancor meglio, il perfetto punto di incontro tra il synth-pop euforico dei Chvrches e quello un po' snob di FKA Twigs... Il termine "imperdibile" è superfluo...






Roosevelt - Hold On / Night Moves (Greco-Roman, 2015)

Innamoratomene totalmente dall'uscita del'EP Elliot, ormai datato 2013, avrei certamente immaginato per il produttore/dj Marius Lauber aka Roosevelt un'ascesa ben più rapida e fortunata. Il tempo però ripaga l'attesa (mia e sua) concedendo uno scenario che sa di rampa di lancio per il giovane tedesco che si ripresenta con il doppio singolo Hold On / Night Moves che scomodando paragoni eccellenti lo pone come discepolo della scuola di Caribou ed Hot Chip, anche se per larghi tratti rievoca l'alter ego carico di serotonina di Washed Out...






U.S. Girls - Half Free (4AD, 2015)

A chiudere il trittico di headliners, giustamente uno al giorno, ecco una delle poche realtà che in saccoccia può vantare più di un album di cui l'ultimo, Half Free targato niente meno che 4AD, il che già rappresenta una garanzia. Trattasi d U.S. Girls, anche qui, come per i precedenti, con un unico membro a tessere le fila ed a snocciolare perle. Meghan Remy dopo una decina di anni di carriera alle spalle ci consegna una ricetta che ha del magico nella sua perfetta fusione tra glam rock, pop degli anni che furono e quel tocco elettronico mai sgradito...






Shura - White Light (Polydor, 2015)

Una manciata di singoli e già una certezza del pop britannico, Aleksandra Denton, russa di origini ma cresciuta a Manchester ed ormai londinese di adozione, raggiunge la notorietà con l'ammaliante brano Touch che le vale l'accesso nella lista del BBC Sound of 2015 che premia le rivelazioni dell'anno. Nulla di che stupirsi se ci si è lasciati cullare dal suo ipnotico, suadente e malinconico R&B che a tratti sfocia nel synth-pop e che le ha aperto le porte dell'etichetta Polydor pronta a pubblicarne l'atteso debutto.






Ninos du Brasil - Novos Misterios (Hospital Productions, 2015)

Qualcuno penserà che il fatto di avere finalmente degli italiani da poter raccomandare orgogliosamente abbia avuto un suo peso in questa chart. E ci potete scommettere! Ma Nicolò Fortuni e Nico Vascellari sono anche quel segno di rottura nella tradizione italiana che negli altri generi continua tristemente a mancare. Techno, punk e batucada si fondono in un vortice di colori e trovano nella perla Sombra Da Lua il loro manifesto. Attesa quindi per le prove generali nella speranza di una chiamata anche per questa primavera.






Moiré - Shelter (Ninja Tune, 2014)

Con l'avvento delle tenebre e già in parte rinfrancati dalla prima ondata di concerti avrete certo bisogno di abbandonare la vostra anima ed il vostro corpo alla pista da ballo. Se non siete particolarmente snob e vi sentite pronti ad addentrarvi in cunicoli tenebrosi ed industriali ma a loro modo brillanti, con il britannico Moirè sarete certamente in buone mani. E se vi servono ulteriori garanzie vi basterà sapere che Darren Cunningham (aka Actress) non ha esitato due secondi a contrattarlo per la sua scuderia...






Chastity Belt - Time To Go Home (Hardly Art, 2015)

E chiudiamo con un altro gruppo "veterano", con ben due album già in saccoccia. Sono il quartetto di Washington Chastity Belt entrati nel circuito che conta con l'album No Regerts ed ora pronti a bissare il successo con il recente Time To Go Home. Nuove paladine del movimento Riot Grrrl, si discostano dal sentiero aperto dalle Sleater-Kinney per una connotazione maggiormente enigmatica e melanconica cui fa da contrasto comunque uno spiccato lato umoristico sempre presente.






lunedì 12 ottobre 2015

NEWS // Orari ufficiali e playlist del Primavera Club 2015





A due settimane dal lieto evento, con l'annuncio degli orari abbiamo adesso tutti i mezzi necessari per lanciare lo sprint e sciogliere le ultime riserve circa chi andremo ad ascoltare e cosa ancora ci manca per completare il ripassino finale. Dopo l'ottima line-up della stagione passata quest'anno l'organizzazione colma l'unica lacuna andando ad integrare il cartellone del Primavera Club con l'amato evento del fine settimana notturno noto ai più come Nitsa che solo per citarne alcuni, il mese trascorso ha visto passare Todd Terje, Simian Mobile Disco, Mano Le Tough, Rustie, Ellen Alien, Hot Chip dj-set... giusto così...
I biglietti sono in vendita all'accessibilissimo costo di 25€ per l'evento intero ed a 15€ per la singolo giornata. Ecco qui di seguito una gustosa playlist dalla quale potrete evincere con una sola occhiata quali siano le proposte musicali da noi più attese...









mercoledì 9 settembre 2015

NEWS // Ritorna il Primavera Club versione 2015. Il cartellone completo con un tocco d'Italia





Dopo il successo della stagione passata contraddistinto dal lancio di band come Jungle, Alvvays, Movement, East India Youth, Ought e quasi veterani come Strand of Oaks e White Lung (qui il nostro report) riecco l'atteso Primavera Club che, dopo il black-out del 2013 dove per contrasti con il comune di Barcelona emigrò all'estero, torna ad essere la preziosa vetrina per band in rampa di lancio nonchè per i più "meritevoli" anche un anteprima del più prestigioso palco del Primavera Sound. 
Confermate le splendide location dell'Apolo (entrambe le sale), Teatre Principal e Teatre Latino (queste ultime due all'interno dello stesso complesso) saranno ben 39 i gruppi che si esibiranno dal 23 al 25 ottobre ad offrire una visione globale sulle nuove tendenze in tutte le loro sfaccettature e generi musicali che approfondiremo di qui all'evento. 
A risaltare nella line-up gli astri nascenti Empress Of, recentemente risaltati da Pitchfork, il progetto di Deradoorian, membro dei Dirty Projectors, il produttore e dj tedesco Roosevelt, gli statunitensi Algiers, autori di un altro brillante debutto, Jessica Pratt e, giusto per concludere in bellezza, i nostri Ninos du Brasil (Nicolò Fortuni e Nico Vascellari) le cui ritmiche carnelavesche sono ormai un punto di riferimento dei recenti Club To Club.
Per chi voglia approfittarne o si trovi in città sono già in vendita gli abbonamenti all'abbordabilissimo prezzo di 25€ con le entrate singole in vendita a 15€. I canali sono i soliti ovvero la Botiga del Primavera Sound (senza spese di commissione), Portale del Primavera Sound e Ticketmaster.









mercoledì 26 agosto 2015

PS15 // I nostri 10 momenti più rappresentativi del Primavera Sound 2015




A distanza di tre mesi ed in maniera del tutto soggettiva facciamo un salto indietro nel tempo per, a bocce ormai ampiamente ferme, rivivere nella mente e selezionare quei momenti, ancora più unici di altri, che rimarranno indelebili nella nostra memoria e che, per certo hanno rappresentato il nostro festival...


OMD - Enola Gay

Banale, scontata, forse neanche tipicamente "primaverile" in un contesto, quello del mercoledì, aperto a tutti, ma pur sempre il brano simbolo di un'epoca presente nei ricordi di tutti, anche dei giovanissimi cui certo in qualche modo ha comunque avuto modo di trovare posto attraverso il racconto di terzi o l'influenza dei media. Ecco quindi Enola Gay, brano con cui gli OMD aprivano le danze...






Panda Bear - Alsatian Darn

Forte della freschezza del giovedì scommettevo su un Panda Bear che nella versione Animal Collective, dal vivo, mi aveva sempre lasciato un certo amaro in bocca. Le previsioni sono fatte per essere smentite e quello che ci regala Noah è un viaggio che definire psichedelico sarebbe riduttivo al limite dell'oltraggioso. Ma la ciliegina sulla torta è stata l'amata Alsatian Darn quasi in chiusura...






Chet Faker - Gold

Traccia simbolo per un concerto tutto d'"oro"... L'antagonista dei ben più quotati The Black Keys (dalle recensioni alterne) si conferma elegante e sinuoso animale da palcoscenico che sa muoversi con destrezza e soprattutto "fa'" muovere il numeroso pubblico dal palato fino. Live a tutto tondo che non scontenta neanche i grandi fan del primo "Chet Faker"...






Sylvan Esso - Coffee

L'artista presente doveva essere Jon Hopkins autore, nonostante un impianto inadeguato, di un live "monstre". La scelta ricade su un altro protagonista del venerdì. Chi ha deciso di rinunciare a José Gonzalez per un inizio giornata più soft non poteva scegliere meglio. Birra in mano, sole in faccia ed un Coffee che anche dal vivo si rivela una tra le tracce più belle degli ultimi 12 mesi...






Perfume Genius - Learning

In quanto non propriamente una classifica eviterò di dire come Mike Adreas, aka Perfume Genius, avrebbe guadagnato il podio come miglior concerto a mani bassissime... Certo il dolore per l'incastro mancato con Belle & Sebastian lenisce alle prime note e svanisce totalmente quando le note di Learning, suonata a quattro mani, saturano ogni centimetro del palcoscenico del Pitchfork, e per certo anche diversi cuori...






Tori Amos - Bliss

Quella che doveva essere una tappa interlocutoria, perfetta per ricaricare le batterie in vista di un sabato infuocato si trasforma in uno dei momenti più toccanti dell'intero evento. La classe non si compra al supermercato e la sempre bellissima cantautrice statunitense ce lo dimostra fin dal primo brano. La nostra bocca spalancata si chiuderà solo a concerto terminato...






The Strokes - Reptilia

Tutti in attesa del grande flop, ed il ritardo iniziale lasciava "ben sperare". Invece Julian & C. offrono, pur senza dilungarsi troppo in chiacchiere (ma alla fine chi le voleva??), un live degnissimo impreziosito ad ogni istante dalle numerose perle che arricchiscono la discografia della band newyorkese. Ci sarebbe solo l'imbarazzo della scelta per ritrasmettere il mood che si respirava quel sabato notte. Opterò per la mia amata da sempre...
PS: sempre bello riconoscersi nei video altrui...






Underworld - Born Slippy

Non c'ero, lo ammetto, ma come leggerete in seguito non avrò di che pentirmi. C'era però il nostro Sigu che ci racconta di un momento di delirio puro descritto come "apogeo" nel momento in cui il duo gallese si congedava premiando la folla con il loro brano più celebre, più amato, anche questo ormai con merito mattone stabile ed indistruttibile della musica dance e non solo...






HEALTH - DIE SLOW

L'ho detto e lo ripeto ora a scanso di equivoci: questa non è né vuole essere una classifica ma non posso negare che se c'è il "momento" che rappresenta il mio Primavera Sound 2015 è proprio quello che riporto qui di seguito. Abbandonare la parte più nutrita della ciurma e rinunciare ad un evento comodo comodo e certo molto rappresentativo (Underworld) per raggiungere l'estremo opposto del recinto poteva essere la scelta peggiore. Non lo è stata e DIE SLOW era il pezzo che bramavo da tempo....





Caribou - Can't Do Without You

L'effetto sorpresa ce lo eravamo già giocati durante il nostro Club To Club 2014 e certo l'agglomerato umano che si riversava da ogni lato non permetteva una fruibilità ideale ma quanto al signor Dan Snaith e compagnia bella... giù il "sombrero". Live meraviglioso (soprattuto la seconda metà) anche se meno intimo rispetto a quello del lontano 2011. Forse non la traccia più rappresentativa ma certo quella che meglio identifica il Tour di Our Love...






lunedì 17 agosto 2015

IN DIE HISTORY // PULP


Nati nel 1978 fra le mura domestiche del tenace adolescente Jarvis Cocker della grigia provincia inglese di Sheffield, dalla porta girevole dei Pulp dalla line-up piuttosto instabile sono entrati e fuoriusciti una ventina di elementi cambiando di fatto volto e stile musicale a questa longeva band ancora ufficialmente in vita. Dopo anni di tribolato anonimato, il successo è stato conquistato a metà degli anni 90, periodo in cui esplodeva quel brit-pop mai particolarmente amato da loro, dunque dopo circa 15 anni di iniezioni di fiducia alternate a botte d'arresto.
Nel 1980 comparvero nella compilation "Bouquet Of Steele" che raccoglie gruppi del South Yokshire, e si esibirono al Rotherham Arts Centre; i primi lavori giunsero alle orecchie di John Peel che li invitò alla registrazione di quattro brani con Dale Griffin (batterista dei Mott the Hoople), ma nonostante l'interessamento del DJ mostro sacro l'album folk It del 1983 composto da 8 brani "leggeri" lasciò solo il segno per quel che concerne le statistiche.
L'articolato e dark Freaks, registrato nel giugno 1986 in una sola settimana e pubblicato nel 1987, mise sicuramente in risalto l'ancora inconsapevole teatralità di Cocker che bollò questo lavoro, a distanza di anni, come "un disco che probabilmente si meritò la totale indifferenza ed impopolarità di cui godette". Questo nuovo flop spinse Cocker a rivedere i suoi progetti di vita nei quali vi inserì lo studio del cinema e regia alla St.Martin's School of Art di Londra.
Nel 1990 la Fire Records diede alle stampe solo il singolo My Legendary Girlfriend (single of the week per l'Nme) che fece finalmente destare l'attenzione della critica e delle radio britanniche nei confronti dei Pulp. L'uscita di Separatations avvenne con quasi due anni di ritardo, ed al termine degli studi di Jarvis, e risultò un album con un finale synth-pop, vedasi Countdown, Death II molto Pet Shop Boys, This House Is Condemned che si spinge fino ai Technotronic. Ma il brit-pop che sta soffiando all'orizzonte e che ha tra i pionieri i londinesi Suede sta per mutare gli equilibri del panorama musicale.
Nel 1994 la loro nuova etichetta Warp Record rilasciò His N Hers in cui spicca l'electro kraut She's A Lady, Do You Remember The First Time?, il manifesto neo-romantico Pink Glove.
Nel 1995 la fortuna iniziò sì a girare per la band che ci mise però del suo cogliendo l'occasione della vita esibendosi magistralmente al festival di Glastonbury, in sostituzione degli degli Stone Roses, e nell'ottobre vide la luce Different Class, l'album capolavoro anticipato dal singolo Common People che contiene anche Disco 2000, l'inno di riscossa dei nerd Mis-shapes, la dolceamara melodia di Bar Italia che prende il titolo dal caffè di Frith street in Soho London, i riferimenti all'uso di droghe di Sorted For E's & Wizz. L'album sarà tra i Best of the Year.
Nell'atteso This is hardcore (1998) si registra sia l'uscita dal gruppo del chitarrista storico Russell Senior al quale subentra Richard Hawley, grande amico di Jarvis, sia una voglia da parte della band di schiodarsi quell'etichetta brit-pop mai digerita con un disco più maturo, cupo ed introspettivo.
We Love Life esce nell’autunno 2001, e ha come filo conduttore la riappacificazione con la vita e la natura. I titoli Weeds, Trees, The Birds In Your Garden, Sunrise non sono frutto del caso e cercano di riavvicinare l'uomo all'ambiente, a cui seguiranno loro concerti nei boschi inglesi. 
Dal 2002 ai giorni d'oggi il gruppo è entrato in una fase di inattività interrotta da lavori individuali: l'istrionico cantante ha pubblicato nel novembre 2006 il suo primo album omonimo (Jarvis), nel 2011  la band, nella line-up dell'epoca di Different Class (Cocker, Banks, Doyle, Mackey, Senior e Webber) si riunì, per la prima volta in quasi 15 anni, per un lungo tour fatto di 22 concerti, tra maggio e settembre, che li ha visti calcare anche il palco del Primavera Sound.

by Sigu








sabato 8 agosto 2015

CHART // Top 50 Songs 2015. Metà stagione (20-01)





E qui di seguito le prime venti posizioni della nostra assolutamente personale Top 50 Songs di questa molto proficua prima parte di stagione musicale.

Al termine  troverete le relative playlist create su YouTube e Spotify.


20 # Hudson Mohawke - Ryderz (Lantern)

19 # Holly Herndon - Interference (Platform)

18 # Sheer Mag - Button Up (EP II)

17 # Courtney Barnett - Pedestrian At Best (Sometimes I Sit and Think, and Sometimes I Just Sit)

16 # Sufjan Stevens - Fourth Of July (Carrie & Lowell)

15 # Death - Viet Cong (Viet Cong)

14 # Drake - Know Yourself (If You'Re Reading This Its Too Late)

13 # Tame Impala - Let It Happen (Currents)

12 # Bicep - Just (Just EP)

11 # London O'Connor - Guts (O∆)

10 # Hot Chip - Need You Now (Why Make Sense?)





9 # Waxahatchee - Air (Ivy Tripp)

8 # Blanck Mass - Dead Format (Dumb Flesh)

7 # Father John Misty - True Affection (I Love You, Honeybear)

6 # Dan Deacon - Feel The Lightning (Gliss Riffer)

5 # HEALTH - Stonefist (Death Magic)

4 # Sharon Van Etten - I Don’t Want To Let You Down (Single)

3 # Nicolas Jaar - Swim (Nymphs III)

2 # Jamie XX - Loud Places (In Colour)

1 # Sufjan Stevens - Should Have Known Better (Carrie & Lowell)





Le nostre Playlist!




su Spotify risultano assenti Sheer Mag e London O'Connor



lunedì 3 agosto 2015

CHART // Top 50 Songs 2015. Metà stagione (50-21)




Dopo un 2014 di alterne fortune e soddisfazioni, il 2015 sembra aver inserito la quarta regalandoci grandi attesi ritorni accompagnati da brani degni dei propri creatori. Ciononostante le nuove leve continuano a sorgere ritagliandosi una fetta importante delle principali classifiche specializzate. Anche "grazie" al caldo opprimente che ci ha relegato in casa abbiamo potuto dedicare diverso spazio ai nuovi ascolti e questa, dopo una lunga e cogitata riflessione, è il frutto della nostra abnegazione che a fine settimana sarà accompagnata dalle playlist create su Spotify e YouTube...


Abbiamo considerato i brani presenti negli album pubblicati nel 2015 anche se usciti come singoli l'anno passato (ma non prima di ottobre)

clicca sul brano per vedere il relativo video


50 # Hot Chip - Huarache Lights (Why Make Sense?)

49 # Twerps - I Don't Mind (Range Anxiety)

48 # Fort Romeau - All I Want (Insides)

47 # Tobias Jesso Jr. - How Could You Babe

46 # Death Cab For Cutie - Black Sun

45 # Modest Mouse - Lampshades On Fire

44 # Godspeed You! Black Emperor- Peasantry or 'Light! Inside of Light! (asunder sweet and other distress)

43 # Shamir - Call It Off (Ratchet)

42 # Unknown Mortal Orchestra - Multi-Love (Multi-Love)





41 # Braids - Taste (Deep In The Iris)

40 # The Soft Moon - Black (Deeper)

39 # Disclosure - Holding On (Official Audio) ft. Gregory Porter (Caracal)

38 # Purity Ring - Begin Again (Another Eternity)

37 # µ-Ziq - XT (XTLP)

36 # The Chemical Brothers - Sometimes I Feel So Deserted (Born In The Echoes)

35 # TORRES - Strange Hellos (Sprinter)

34 # John Tejada - Two 0 One (Signs Under Test)

33 # Chromatics - I Can Never Be Myself When You'Re Around (Dear Tommy)

32 # Madeon - Home (Adventure)

31 # Florence + The Machine - What Kind Of Man (How Big How Blue How Beautiful)





30 # Speedy Ortiz - Raising the Skate (Foil Deer)

29 # Ghost Culture - Mouth (Ghost Culture)

28 # The Weeknd - Can't Feel My Face (Beauty Behind The Madness)

27 # FFS - Johnny Delusional (FFS)

26 # Beach House - Sparks (Depression Cherry)

25 # Hop Along - The Knock (Painted Shut)

24 # Jenny Hval - That Battle is Over (Apocalypse, girl)

23 # Natalie Prass - My Baby Don't Understand Me (Natalie Prass)

22 # Lower Dens - To Die in L.A. (Escape From Evil)

21 # Grimes - REALiTi (TBA)







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