mercoledì 6 febbraio 2013

REVIEW // Gennaio 2013


Notoriamente non è certo gennaio il mese che offre le migliori perle discografiche dell'anno, ciononostante, sebbene di ottimi dischi ci siamo permessi di segnalarne solo uno, ossia il secondo dei promettenti Foxygen, We Are the 21st Century Ambassadors of Peace & Magic possiamo ritenerci soddisfatti del mese trascorso in grado di regalarci uno standard qualitativo più che soddisfacente, ovviamente con qualche immancabile delusione...
Un po' per una questione di "anzianità", un po' per una questione meramente cronologica partiamo con il tredicesimo album dei Yo La Tengo che con Fade (voto 7,5) ci offrono esattamente ciò che dal gruppo americano ci si attendeva. Niente rivoluzioni e nuovi suoni. La colonna sonora è quella di sempre, morbida per lunghi tratti più aggressiva quando serve, servita in un abito più conformato in cui le due traccie dal maggior fascino Ohm e Before We Run, che aprono e chiudono l'album non toccano i 7 minuti. Tra i mostri sacri abbiamo anche il ritorno dei New Order con Lost Sirens (6), che niente altro è, come si può evincere dal titolo, se non un contenitore delle tracce che non hanno trovato spazio nell'apprezzato ultimo lavoro Waiting For The Sirens Call datato 2005, con tutte le conseguenze qualitative del caso che in ogni modo vengono attenuate come sempre dalla voce amica e rasserenatrice di Bernard Sumner...
Venendo a prodotti più freschi affascina il secondo album della indie-folk band irlandese dei Villagers, {Awayland} (7) in cui i singoli The Waves e Nothing Arrives coronano una prima parte di album irreprensibile che perde però sostanza nella seconda nonostante l'apprezzato altro singolo Passing a Message. Un album a cui invece non manca compattezza è certamente Arc (7,5) degl'inglesi Everything Everything, anche loro al secondo album che con quest'opera sembrano ripercorrere le gesta dei fortunati Django Django, cui paiono legati da diverse analogie (non ultimo il format del nome). I due singoli Cough Cough e Kemosabe ad aprire le 13 tracce che non temono sperimentazioni in ambito pop trascinandoci senza sosta fino al termine del disco in cui, a dirla tutta manca forse solo un tormentone o una traccia simbolo a farne un piccola perla. Un po' più sobrio l'album di debutto del danese Søren Løkke Juul aka Indians che salito alla ribalta appena un anno fa si ritrova già sulla bocca di molti. Somewhere Else (6,5) è un prodotto folk senza grosse peculiarità ma a dire il vero anche senza grandi pecche, forse uscito con troppa fretta ma capace di conquistare proprio per la sua semplicità e le sue melodie che invitano la mente ad una fugace evasione... Altre due figure risaltano in questo gennaio appena trascorso con i loro differenti debutti: uno è Christopher Owens, solo qualche mese fa frontman dei Girls, il quale, a fronte dell'intrigante progetto di trasporre in musica gli eventi che avevano accompagnato il tour della band nel 2008 ed il successivo incontro con colei che dà il titolo all'album, Lysandre (6) non riesce però a ripetere l'exploit delle opere precedenti nè a ritrovare i favori dei recensori che archiviano il prodotto sotto la voce "anonimo". L'altro, o meglio, l'altra è Torres nome sotto il quale si nasconde la sorpresa di questo inizio 2013 Mackenzie Scott. L'omonimo album, Torres (7,5) appunto, si staglia per personalità, con la giovane 22 enne a rievocare i grandi nomi della musica al femminile. A tratti PJ Harvey, a tratti la prima Alanis Morrisette ma per lo più, semplicemente, Torres/Mackenzie, che tra le note di Honey, Mother Earth, Father God o Jealousy And I ci racconta in chiave rock/folk il personale ma allo stesso tempo universale disagio esistenziale. Chi non ha più bisogno di presentazioni è Chaz Bundick alias Toro Y Moi che a mente fredda ci consegna il prodotto più quadrato dell'anno, Anything Is Return (7,5), perfettamente in linea, almeno qualitativa, con il precedente Underneath The Pine. Ciò che colpisce è come Chaz, pur non inventando nulla di nuovo riesca a fondere sonorità pop (Cake), R&B (So Many Details) e house (Say That, Rose Quartz) in maniera così peculiare da apparire uniche e riconoscibili. Chiudiamo con la mia personale delusione del mese ossia Beta Love (5,5) dei Ra Ra Riot che in maniera a posteriori avventata si distaccano da un pop al limite del barocco caratteristico di The Orchad a favore di sonorità più synth-pop che nient'altro appaiono che un collage creato allo scopo di accontentare un po' tutti i gusti ma che in sostanza non sembra soddisfare nè i palati nè le aspettative dei più...



Villagers - Nothing Arrived




Everything Everything - Kemosabe




Torres - Jealousy And I




Toro Y Moi - Say That




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