Sabato 31 maggio 2014
Genere: Indie-Rock, Alternative Dance
Ultimo album: Holy Fire (Transgressive Records), 2013
Nazione: U.K.
In un festival, il fresco vincitore di un Q Awards nella categoria "Best Live Act 2013" dovrebbe comparire di diritto in ciascun programma personale, soprattutto se parliamo di una band che nei suoi 6 anni di attività di colpi non è mai falliti. Ma è anche vero che Chromeo, Black Lips e Cold Cave sono alternative più che valide e qualcuno dovrà anche renderle omaggio. Non noi. I Foals rientrano nella vasta casistica delle band formatasi praticamente sui banchi di scuola della celebre cittadina di Oxford dove imperversavano piccole band colme di giovani talenti. Fondata dal cantante dei Youthmovies, Andrew Mears che deciderà comunque di continuare l'avventura con la sua formazione d'origine dopo il singolo di debutto Try This on Your Piano/Look at My Furrows of
Worry, la band assume la formazione attuale con Jack Bevan e Yannis Philippakis della math rock band The Edmund Fitzgerald, Walter Gervers e Jimmy Smith dai Face Meets Grill ed infine Edwin Congreave. Il talento del quintetto è palpabile e la Transgressive Records brucia i rivali e firma già i singoli Hummer e Mathletics che genereranno subito un'incredibile aspettativa che il debutto lungo del 2008 non deluderà. Antidotes uscirà il 24 marzo, registrato a New York e prodotto da Dave Sitek dei TV on the Radio cui il sempre più carismatico leader Philippakis non soddisfatto della resa toglierà poi la fase di mixaggio provvedendo autonomamente. Il successo commerciale caricato dalla peculiarità e dalla vorticità di ritmi tanto eterogenei quanto coinvolgenti porterà l'esordio al n° 3 della UK Albums Charts mentre si rivelerà più tiepido all'estero. Lo stesso Yannis non tarderà molto comunque per annunciare un totale cambio di rotta fin dal successivo album per allontanarsi dello stereotipo indie-rock britannico della nuova generazione aperto dai Bloc Party (cui Yannis rifiuterà con forza ogni paragone) e seguito da Klaxons e These New Puritans. La conferma arriverà con la pregevole Spanish Sahara dal lento sviluppo ma esplosiva lungo i suoi 7 minuti che annuncia l'album Total Life Forever (10 maggio 2010), registrato in Svezia e prodotto da Luke Smith (Clor). Blue Blood, la prima traccia, apre le porte ad un approccio più timido che lascerà spazio ad un chitarra sempre più penetrante ed a ritmi sincopati di basso e batteria che troveremo anche in Miami e Total Life Forever e che segnano un ritorno meno frenetico e più ricco di dettagli ed il quasi totale apprezzamento della critica che porterà l'album alla nomination al Mercury Prize (poi vinto da The XX). Ben lontani dal fossilizzarsi i Foals proseguono il loro tragitto che li trascinerà dai suoni indie-dance atmosferici a trame più rocciose e complesse avvolte in uno spirito a metà tra avanguardista e psichedelico. Il risultato vedrà la luce l'11 febbraio con Holy Fire, prodotto da Flood ed Alan Moulder ed anticipato dalla traccia Inhaler. My Number, Late Night, Bad Habit sono solo alcune delle perle che fanno di Holy Fire il disco più omogeneo e quadrato (ma non necessariamente il migliore) regalando al quintetto oxfordiano una nuova candidatura ai Mercury Prize e come già detto la statuetta per il Best Live Act che li rende appuntamento immancabile della prossima kermesse musicale catalana...
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