Genere: Indie-Rock, Punk
Etichetta: Carpack Records
Pubblicazione: 01 aprile 2014
Voto: 8
Ecco un altro che ha trovato la formula vincente per fare breccia nei cuori di un range sempre più vasto di possibili fruitori, che ondeggiano dal popolo punk o grunge più puro e radicale fino agli amanti di sonorità pop-oriented adeguatamente camuffate e rifinite. Ma spesso una formula da sola non è sufficiente per farti emergere dalla massa e conquistare fans e consensi ed allora è proprio lì che ci vuole tutta la classe del giovane Dylan Baldi, 22 anni appena, che con una naturalezza quasi imbarazzante replica il format super vincente del precedente nonchè meraviglioso prodotto che era Attack on Memory e ci fornisce una copia non troppo dissimile ma sufficientemente evoluta per ritenere il tragitto dei Cloud Nothings in continua evoluzione e prossimo (giorni, mesi) alla sua esplosione definitiva. Here And Nowhere Else si presenta quindi come uno tra i più aggressivi, atipici, travolgenti dischi pop-punk degli ultimi anni caratterizzato da una lirica spesso disperata ed un po' macabra in cui è il disagio psicologico, l'instabilità e la realtà spersonalizzata di un cuore infranto a farla da padrona ma con un approccio così onesto e diretto da far apparire qualunque tematica post-adolescenziale accompagnata da una ritmica intima e suggestiva incredibilmente vicina a ciascuna realtà. Insomma, senza troppi giri di parole, ecco il frutto dell'unione tra Japandroids ed i fratelli Stone (intesi come Angus e Julia)...
Neanche la personalità di John Congleton in fase di produzione risulta essere un valore aggiunto quanto piuttosto un'occasione di confronto e certamente stimolo il chè quantomeno va a rivalutare l'apporto tangenziale di un altro mostro sacro quale fu Steve Albini per l'opera precedente. E questo per quanto concerne la parte teorica: in pratica, una volta premuto il tasto play, ad attendervi ci sarà una mezz'ora piena che trascorrerete rincorrendo senza alcuna speranza di raggiungerla, la batteria scatenata di Jayson Gerycz che divora avidamente ogni quarto musicale mentre la voce di Dylan funge da guinzaglio tenuto con mano solida e ferma tanto da far apparire educato anche il quadretto più esplosivo e turbolento. Psychic Trauma e I'm Not Part of Me rappresentano solo i pezzi commercialmente più vendibili ed immediati del pacchetto cui con un minimo di predisposizione andranno facilmente ad aggiungersi l'apripista Now Hear In che con il suo ritornello "I can feel your pain/ And I feel alright about it" funge da contatto empatico, protratto quasi in un unicum con la successiva luminosa Quieter Today. Infine mirabile l'epilogo in cui No Thoughts tende fino allo stremo le corde vocali del frontman aprendo il viatico alla immensa Pattern Walks dalla struttura speculare a quella Wasted Days di due stagioni fa', probabilmente ad oggi ancora l'opera più pregiata di casa Nothings...
Ma adesso alle parole ci aspettiamo i fatti ed il palco del Primavera Sound sembrerebbe lo scenario ideale per trasformare ottime premesse e ritmi incalzanti in un'esperienza unica anche se questo vorrà dire quasi certamente rinunciare ai nostri bicchieri di birra per almeno i tre quarti d'ora di concerto previsti...
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