Genere: Art-Pop, Digital-Folk
Etichetta: OWSLA
Pubblicazione: 27 maggio 2014
Voto: 8

Un connubio quantomeno bizzarro se si pensa alla natura elettronica e futuristica dell'etichetta di Sonny che tra le sue fila vanta artisti con un approccio decisamente più dance-floor oriented. Certamente non possono passere inosservate le piogge sintetiche e le stratificazioni strumentali contemporanee che hanno portato lo stesso quartetto della Florida a battezzare il proprio genere, in maniera assolutamente appropriata, come digital-folk. Ma in questo bagno digitale marchio del nuovo millennio l'album mantiene vivo ed ancora più evidente il suo lato quieto e placido, fatto di ambientazioni naturali ed eteree che spazzano dalla nostra mente la componente tecnologica e colpiscono quella parte dell'animo a cui interessa poco o nulla il mezzo utilizzato per raggiungerlo. Un album senza tempo, usando un altro binomio ricorrente, fuori dai concetti di quando e dove soprattutto nel momento in cui ad invadere gli spazi e le evoluzioni narcisistiche dei polistrumentisti Paul Giese, Zach Tetreault e Trayer Tryon interviene la voce di Nicole Miglis la quale, come una guida protettiva, ci trascina attraverso i 12 movimenti dell'opera che con Murmurs incontra già uno dei punti più alti e che raramente abbandoneremo con il rischio, a più riprese, di rimanere senza ossigeno. Testi melanconici, in cui ai tempi andati si sovrappongono sentimenti ancora vivi ove i palpiti del cuore vengono riprodotti da loop e ritmiche sincopate, più tese o rilassate a seconda delle situazioni. Eleganza stilistica che prosegue imperterrita con il singolo Cavity e le successive Out Alee e Innocent, singoli "in pectore". La parte centrale (Broken Blue e Chambers) trascina con se reminiscenze dell'esordio risultando contestualmente il comparto ambient dell'album. Con i sospiri di Down From The Rafter, la Miglis apre la quadriga che sfoglierà un arcobaleno di ritmiche finora inesplorato con il prezioso l'uptempo di [Animal], il fenomenale crescendo di Seven White Horses che porterà la cantante quasi alle lacrime per chiudere con la più dance-floor e suggestiva delle tracce, Xtalk, cui faranno da coda i sei minuti dark ambient di No Sound, giusto il tempo per riprender fiato, chiudere l'album dei ricordi e riporre le proprie emozioni, consci però di aver trovato un nuovo riparo in cui fuggire quando la frenesia del nuovo millennio tornerà a bussare con prepotenza....
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