Varcare i recinti di quello che universalmente è riconosciuto come lo Stato Indipendente del Primavera Sound non può non sortire un certo effetto e personalmente non mi accadeva dalla festa patronale Mercè o (Merced) del 2009, ma il Parc del Forum rimane un parco pubblico aperto e riutilizzabile per diverse manifestazioni, musicali e non. Tra queste il Festival Cruilla, occasione ideale per celebrare il nostro avvento in terra catalana con una line-up perfettamente suddivisa tra ciò che ci garba con Angus & Julia Stone, Damon Albarn e Band of Horses (in perfetto ordine) e ciò che possiamo saltare perchè tiepidi estimatori (Jack Johnson) o assolutamente ignoranti in materia (Macklemore & Ryan Lewis chi??).
Biglietto singolo del venerdì e via alle danze, anche perchè due giorni al Forum in modalità Primavera Sound Off sarebbe stato chiedere troppo ad un cuore già provato dall'espatrio... Lo spazio risulta stravolto e vieta l'accesso in diverse zone riportandoci al PS10 anche se i cinque palchi (Deezer e Estrella Damm i principali) offrono un discreto ventaglio di soluzioni. La puntualità risulta prerogativa catalana ed alle 19.15 spaccate il fratello maggiore della famiglia Stone apre come da programma con il nuovo e davvero fantastico singolo A Heartbreak, primo antipasto dell'imminente prossimo album. La tracklist non lascia spazio a delusione e rimpianti ed offre tutto ciò che da Angus & Julia Stone, perfetti, ci si possa attendere. For You giunge subito a strizzare i nostri cuori, mentre Big Jet Plane come costume viene proposta in versione intima, a velocità dimezzata. Non mancano le due cover più attese con Other Things / Girls Just Want To Have Fun di Cyndi Lauper e Bloodbuzz Ohio dei The National, qualche inedito tra cui Please You e chiusura degna con And The Boys... impossibile chiedere di più. Per i non spagnoli non esiste un'alternativa a Damon Albarn (ed in realtà non dovrebbe esistere in ogni caso...) e così eccoci, 13 mesi dopo la performance al PS14, davanti al leader dei Blur questa volta in versione solista, sempre in gran forma ed apparentemente divertito (probabilmente attraverso canali artificiali) per presentare il suo debutto Everyday Robots, album piacevole ma che lascia qualche perplessità in vista dell'esibizione live. La resa invece è ottima ed il ritmo viene a più riprese rinfocolato con il repertorio proveniente dai diversi side project Gorillaz (Tomorrow Comes Today, Slow Country, El Mañana), The Good, The Bad & The Queen (Three Changes, Kingdom of Doom) e quello meno side, Blur (All Your Life, Out of Time). Tramonto in faccia, birra fresca, temperatura ottima ed un coro gospel a scomparsa sono solo alcuni dei valori aggiunti che vanno ad dopare un finale monstre con la celebre Clint Eastwood a far ballare tutti gli astanti e le due perle del debutto, Mr. Tembo e Heavy Seas of Love che trasformano un'incognita in un concerto da consigliare a chicchessia...
Con il calare delle tenebre giunge anche l'atteso momento per i Band of Horses, cancellati la passata stagione al Primavera Sound e tornati per restituirci quanto dovuto. Con gli interessi. Luna a strapiombo sul palco, noi a pochi metri e Ben Bridwell e compagni in evidente stato di grazie. Se le ultime opere della folk-band nord-americana non risultano all'altezza della fama dall'esibizione live non si evince. I singoli per far illuminare gli occhi non mancano Is There a Ghost, No One's Gonna Love You, Factory, Infinite Arms più le perle The Great Salt Lake e Cigarettes, Wedding Bands e per finire, come è giusto fosse, quel capolavoro senza tempo che è, e sarà, Funeral. Anche qui impossibile aspettarsi tanta grazia. Probabilmente i tempi più dilatati, la mancanza di ansia da prestazione tipica del Primavera Sound (nostra, mica delle band) e la mente meno colma di nozioni, orari e chi-suona-dove-e-quando, sono aspetti che giovano alla percezione del concerto stesso.
Ciò che interessava era ormai alle spalle anche se la nostra scaletta prevedeva ancora un paio di fermate, con la rock band madrileña Vetusta Morla, caldeggiata dagli amici di casa per le proprie tematiche criptiche e appuntamento fisso di tutti i festival iberici e soprattutto coi maliani Tinariwen, passati per il Primavera ma sfortunatamente non incrociati. O per grazia ricevuta visto ciò a cui abbiamo dovuto assistere. Tanto folklore e l'apprezzato palco ATP pre 2013 di nuovo vivo ma di musica neanche l'ombra. Colpa nostra che abbiamo già chiuso i canali recettivi. Ci avviamo verso l'uscita giusto il tempo per notare come dinnanzi al gruppo rap (o di "musica urbana") main-stream portoricano Calle 13, abbondantemente reclamizzato sui canali di (dis)informazione nazionali, ci fosse una folla inenumerabile, a dimostrazione del fatto che il cattivo gusto non risulti una prerogativa esclusivamente italiana...
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