Genere: Techno, EDM,
Etichetta: Parlophone
Pubblicazione: 28 ottobre 2013
Voto: 8

Ora possiamo affrontare Aleph liberati da quell'occhio diffidente che avvolge qualunque esordio e considerarlo un semplice e naturale passaggio verso la maturità. Sebbene il ferro battuto e le martellate sull'incudine rovente ne siano il chiaro marchio del fabbrica, il prodotto finito si presenta come blocco di marmo rifinito e risplendente su un piedistallo tanto nero quanto lucido con solo le iscrizioni in oro ad impreziosire ulteriormente l'opera in maniera quasi arrogante, se possiamo permetterci.
E così inizia questo viaggio attraverso un repertorio consolidato e riconosciuto fatto di techno battente, synth struscianti e fini rielaborazioni elettro-mitteleuropee più qualche suggestiva e funzionale fuga ambient. E' la voce di Chloé Raunet in Out of Line ad introdurci dinnanzi al fatto compiuto che diventa immediatamente palpabile nel primo singolo Pursuit nato con l'unico intento di sradicare il più stabile dei dance-floor; urla come ruggiti e pause teatrali che faranno la fortuna anche dell'altro singolo Hate or Glory, della travolgente Obsession ed infine della maestosa e serafica title-track, cuore pulsante di Aleph. I restanti substrati non mancano di solidità e così sono Destination e Helifornia a rendere omaggio agli arrondissament più periferici e devoti alla cultura Hip-Hop (ma anche a Kanye). L'EDM dreamy di Piece of Future, Values e Perfection ci ributta con classe ed un briciolo di nostalgia tra gli anni '80 e la fine degli anni '90; la lezione ambient di Nameless è macchiata "solo" da un plagio che appare palese od incredibilmente casuale (Visonia - Rain of Petals) mentre, forse eccessivamente su di giri, Dual è l'unica traccia a lasciare perplessi e sbordare dai lati. Se di difetto trattasi risulta certo veniale per un'opera potente che darà il suo verdetto definitivo solo quando gli ultimi battiti avranno cessato di far tremare le piste da ballo.
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